ENRICO COLEMAN QUOTAZIONI
Enrico Coleman, un importante pittore attivo nella seconda metà del XIX secolo, è noto per le sue incantevoli opere che ritraggono la campagna romana. I suoi dipinti sono caratterizzati da scene di cavalli, buoi, butteri e lavori contadini, rappresentando tematiche tipiche del naturalismo. Coleman è considerato un maestro dell’acquerello, preferendo spesso questo supporto rispetto all’olio, che ha utilizzato in maniera più sporadica.
Le quotazioni attuali per le opere di Enrico Coleman, sia acquerelli che oli, si collocano generalmente tra €1.000 e oltre €7.000. Le opere di dimensioni medio-piccole hanno un valore compreso tra €1.000 e €3.000, mentre quelle più significative di dimensioni medio-grandi possono raggiungere €5.000 o anche superarli. Tuttavia, è importante notare che queste stime possono variare e sono soggette a eccezioni.
In generale, le scene che raffigurano la campagna romana con cavalli in movimento, buoi e butteri, e che presentano una ricchezza di personaggi, sono particolarmente apprezzate rispetto alle vedute solitarie della campagna. La qualità e le dimensioni dell’opera sono i principali criteri presi in considerazione per la valutazione delle opere di Enrico Coleman. La tecnica utilizzata, come precedentemente menzionato, non ha un impatto significativo sul valore finale dell’opera.
È interessante notare che il valore complessivo delle opere di Enrico Coleman è diminuito negli ultimi vent’anni. Il record di vendita per una sua opera è di circa €43.000, risalente al 1996, un periodo particolarmente favorevole per la vendita dei suoi dipinti. Il quadro in questione era uno splendido olio su tela datato 1870, raffigurante una scena della campagna romana.
Tuttavia, è importante sottolineare che le stime fornite finora sono indicative e sarebbe consigliabile approfondirle attraverso una valutazione gratuita, accurata e specifica effettuata dai nostri esperti specializzati nella pittura della seconda metà dell’Ottocento a Roma e nei dintorni, in particolare nelle scene di campagna.
QUOTAZIONI MEDIE€1.500 - €6.000
Lago di Nemi
STIMA: €1.500 – €2.000
Buttero con Mandria
STIMA €2.000 – €3.000
Timor Panico
STIMA: €5.000 – €7.000
Enrico Coleman Quotazioni, Prezzi e Valore Opere
Analisi delle Valutazioni e del Mercato delle Opere di Enrico Coleman
Enrico Coleman è ammirato per la sua abilità nel rappresentare scene di cavalli, buoi, butteri e lavori contadini, esprimendo tematiche tipiche del naturalismo. La sua maestria nell’uso dell’acquerello lo ha reso un vero maestro di questa tecnica, mentre ha utilizzato l’olio in modo più sporadico.
Quando si valutano le opere di Enrico Coleman, sia quadri che acquerelli, diversi criteri vengono presi in considerazione per determinare il loro valore. In primo luogo, le dimensioni dell’opera giocano un ruolo significativo. In generale, le opere di dimensioni medio-grandi tendono ad avere una valutazione più alta rispetto a quelle di dimensioni medio-piccole. Tuttavia, è importante notare che ci possono essere eccezioni a questa regola e le stime di valore possono variare.
Oltre alle dimensioni, le scene raffigurate sono un elemento chiave nella valutazione delle opere di Coleman. Le rappresentazioni della campagna romana con cavalli in movimento, buoi e butteri, e con una ricchezza di personaggi sono particolarmente apprezzate dagli amanti dell’arte.
Queste opere trasmettono un senso di vitalità e autenticità che cattura l’attenzione degli osservatori. D’altra parte, le vedute comuni e solitarie della campagna possono essere considerate meno interessanti e, di conseguenza, potrebbero essere valutate in modo leggermente inferiore.
La qualità dell’opera è un fattore fondamentale nella valutazione del valore di una sua opera. La maestria tecnica, la precisione dei dettagli, l’uso del colore e la capacità di catturare l’atmosfera e la luce della campagna romana sono tutti elementi che influenzano la valutazione complessiva dell’opera. Opere di alta qualità, eseguite con maestria e che mostrano una perfetta armonia estetica, tendono ad avere un valore più elevato rispetto a quelle di qualità inferiore.
È interessante notare che, nonostante il valore complessivo delle opere di Enrico Coleman sia diminuito negli ultimi vent’anni, ci sono ancora pezzi eccezionali e opere rare che mantengono il loro valore sul mercato. Durante gli anni ’90 e l’inizio del XX secolo, si è registrata la massima richiesta per le opere di questo artista.
In conclusione, i criteri di valutazione delle opere di Enrico Coleman includono le dimensioni dell’opera, le scene raffigurate e la qualità artistica. Oltre a questi fattori, l’unicità e la rarità di un’opera possono influenzare ulteriormente il suo valore sul mercato. Le opere di Enrico Coleman sono apprezzate per la loro capacità di catturare la bellezza e l’essenza della campagna romana.
Infine, va considerato un altro elemento che può suscitare un maggiore interesse e quindi aumentare il valore di un’opera d’arte: la sua storia. Per storia di un quadro si intendono le pubblicazioni, le esposizioni e la sua provenienza. Le opere che sono state esposte alle mostre della Società degli Acquarellisti Romani o alle mostre di In Arte Libertas, così come quelle presenti nelle importanti mostre inglesi, conferiscono all’opera un fascino e un interesse maggiori.
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Enrico Coleman Vendita ed Acquisto
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Potresti trovare quadri di Enrico Coleman e di altri artisti appartenenti ai gruppi In Arte Libertas e I XXV della Campagna Romana.
Biografia di Enrico Coleman Pittore
Enrico Coleman, noto come “Il Birmano“, nacque a Roma nel 1846 e vi morì nel 1911. Figlio del celebre pittore inglese Charles Coleman (Pontefract 1807-Roma 1874) e della bellissima modella di Subiaco, Fortunata Segatori, Enrico si avviò al mondo della pittura sotto la guida sapiente e appassionata del padre, che rappresentò la sua unica e autentica maestria.
La storia della famiglia Coleman era intrecciata con quella dell’arte e della bellezza, poiché Charles era giunto a Roma nel 1835, proveniente da Parigi, portando con sé il suo carattere fiero e indomito. Sin da giovane, dimostrò una naturale inclinazione per la pittura, trovando nell’arte la sua più grande passione.
La campagna romana divenne la sua musa ispiratrice, che si dedicò con instancabile dedizione a rappresentarne gli angoli più remoti e affascinanti. Insieme a suo fratello Francesco, esplorò incantevoli località campestri in compagnia del padre, immergendosi nella natura incontaminata e nella magia dei paesaggi rurali.
La personalità riflessiva e pacata di Enrico Coleman si rifletteva nelle sue opere, in cui scrutava con occhio minuzioso ogni dettaglio, restituendo la bellezza della campagna romana in modo realistico e affascinante, seguendo l’esempio del padre. L’opera dell’amico Onorato Carlandi e l’influenza di Giuseppe Raggio costituirono una fonte di ispirazione per lui, che condivise con loro temi e motivi artistici.
Il debutto ufficiale di Enrico Coleman avvenne alla mostra organizzata nella prestigiosa Casina del Pincio, per iniziativa del Circolo Artistico Internazionale, durante l’inverno del 1872-73. In quell’occasione, espose un olio che ritraeva una maestosa mandria di bufali nella campagna.
Nonostante le critiche discordanti e il disprezzo dei seguaci di Mariano Fortuny, un pittore di grande virtuosismo che all’epoca esercitava una notevole influenza nell’ambiente artistico romano, Enrico Coleman non si lasciò scoraggiare e proseguì con tenacia la sua ricerca artistica nel campo del paesaggio. Solo per un breve periodo si dedicò a dipingere soggetti di moda ambientati nel Settecento, ma ben presto ritornò alla sua vera passione, il paesaggio naturale.
Nel corso della sua carriera, Enrico Coleman ottenne importanti riconoscimenti e conquistò una fama sempre crescente. Nel 1875, fu accolto come socio effettivo nella prestigiosa Società degli Acquerellisti, e nel 1878, grazie alla sua fama consolidata, fu nominato membro onorario della Société Royale Belge des Aquarellistes di Bruxelles. Nel 1876 ricoprì la carica di vice-segretario dell’Associazione Artistica Internazionale, dimostrando il suo impegno costante nel mondo dell’arte.
Lo stesso anno, partecipò con entusiasmo a numerose iniziative artistiche a Roma, tra cui la XLVII Esposizione della Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti, l’Esposizione della Associazione Artistica Internazionale e la Prima Esposizione Annuale della Società degli Acquerellisti. In queste occasioni, presentò opere che suscitarono l’ammirazione del pubblico, come “Dopo la burrasca”, “Difficile presa” e “Cortile d’albergo”.
Tuttavia, i suoi veri trionfi artistici giunsero con il passare degli anni. Opere come l’acquerello intitolato “Vole, vole, Madama?”, presentato nel 1881 alla prestigiosa Esposizione Nazionale di Belle Arti di Milano, ebbero un successo travolgente e furono replicate più volte.
Un altro esempio significativo è rappresentato da “Timor panico”, che fu esposto nel 1883 alla Internationale Kunstausstellung di Monaco e nello stesso anno alla Esposizione Internazionale di Belle Arti di Roma. Nel 1886, con il dipinto “L’eden del cacciatore”, partecipò alla prima mostra di In Arte Libertas a Roma, ricevendo nuovi consensi e consacrandosi come un artista di grande rilievo.
La passione di Enrico Coleman per l’alpinismo, la botanica e in particolare la coltivazione delle orchidee era un elemento distintivo della sua personalità e si rifletteva nelle sue opere. Le sue escursioni sui Monti Simbruini e sul Gran Sasso d’Italia furono testimoniate in due relazioni manoscritte contenenti appunti e schizzi.
Nel 1881, divenne membro della Sezione romana del prestigioso Club Alpino Italiano e si dedicò con fervore alle scalate e alla scoperta della natura montana. La sua passione per le orchidee lo spinse a creare una collezione personale che chiamò affettuosamente “Orchideomania Birmana”, sottolineando la sua radicata adesione al naturalismo.
La sua fama e la sua influenza nel mondo artistico continuarono a crescere negli anni successivi. Nel 1895, partecipò per la prima volta alle Esposizioni Internazionali della Città di Venezia, evento di rilevanza internazionale che gli conferì ulteriore visibilità e apprezzamento. Nonostante l’assenza di documenti diretti che testimonino la sua presenza, si ritiene che a partire dal 1895 Enrico Coleman abbia iniziato a insegnare presso l’Istituto di Belle Arti di Roma, condividendo con gli studenti la sua vasta conoscenza e la sua passione per l’arte.
Tra le sue collaborazioni più rilevanti vi è quella con vari artisti romani, tra cui Dante Ricci, Giulio Aristide Sartorio, Duilio Cambellotti, Vincenzo Cabianca, Mario De Maria, Onorato Carlandi, Giuseppe Cellini, Alessandro Morani e Cesare Formilli, per illustrare l’opera “Isaotta Guttadauro” di Gabriele d’Annunzio, pubblicata nel 1886. Nel 1888, la sua arte ha varcato i confini italiani quando partecipò all’Esposizione Italiana di Londra, esponendo sette dipinti nella sala dedicata a “In Arte Libertas”.
Inoltre, presso la Mostra Nazionale Alpina a Bologna, presentò l’acquerello “Gran Sasso”, che ottenne il prestigioso riconoscimento di una medaglia d’oro. Nel 1891, all’Esposizione dell’Associazione degli Acquarellisti, Coleman presentò quindici opere, tra cui “Studi dal vero della campagna romana”. Sempre nello stesso anno, alla Prima Esposizione Triennale di Brera, espose “Tempo piovoso” (Campagna romana), che fu successivamente acquisito dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna (GNAM).
Nonostante la mancanza di documenti diretti che attestino la sua presenza all’interno dell’Istituto di Belle Arti di Roma, si ritiene che nel 1895 iniziò ad insegnare presso tale istituto. Durante la LXVI Esposizione della Società degli Amatori e Cultori, alla quale divenne socio, nel 1895-96, Coleman presentò il suo notevole quadro “I Centauri”, con cui vinse il premio per la pittura di prima categoria a tecnica libera, acquistato successivamente dalla GNAM.
Il talento di Coleman si espanse anche oltre i confini italiani, come dimostra la sua partecipazione all’Esposizione Universale di Parigi del 1900, dove presentò “Tempo piovoso”, che ricevette un attestato d’onore. Nello stesso periodo, Coleman espose nove dipinti alle Esposizioni riunite degli Amatori e Cultori, degli Acquarellisti e di In Arte Libertas a Roma.
Nel 1901, Enrico Coleman divenne parte integrante del Comitato Direttivo dell’Associazione Artistica Internazionale, affiancato da artisti di rilievo come Costa, Sartorio, lo scultore Giulio Monteverde e altri ancora. Nello stesso anno, esponeva “La Campagna desolata di Roma” alla sezione dedicata a In Arte Libertas presso la mostra degli Amatori e Cultori, un’opera che successivamente venne esposta in varie mostre italiane e straniere, per poi entrare definitivamente, nel 1910, nelle collezioni della GNAM.
Nel 1902, ottenne il prestigioso titolo di Accademico di merito all’Accademia di Belle Arti di Perugia insieme ad altri artisti di spicco come Gioia, Parisani, Carnevali e Cesare Biseo. Sempre nello stesso anno, Coleman realizzò gli affreschi di soggetto paesaggistico di una sala nel Villino dell’ingegnere Fausto Morani, fratello di Alessandro, l’ideatore del progetto.
Nel 1904, Enrico Coleman fu invitato a far parte del gruppo artistico “I XXV della Campagna Romana” e ricevette il prestigioso titolo di “Capoccetta” a vita, un onore che, dopo la sua morte, passò a Onorato Carlandi. Durante questo periodo, collaborò con altri quindici artisti all’edizione illustrata de “I Castelli Romani” di Edoardo de Fonseca.
Tra il 1908 e il 1909, presentò l’acquerello autobiografico intitolato “Il cercatore di orchidee” alla IV Esposizione, e nel 1910 partecipò a importanti eventi artistici, tra cui l’esposizione degli Amatori e Cultori, l’Esposizione Internazionale di Venezia e l’Esposizione Nazionale di Milano. Un’altra sua opera di spicco, “Puledri della campagna romana”, fu inviata all’Esposizione Internazionale di Belle Arti di Buenos Aires.
Morì prematura nel febbraio del 1911, per una pleurite.
Dopo la sua scomparsa, il 27 marzo, fu inaugurata una “Mostra Individuale d’Enrico Coleman” presso l’Esposizione Internazionale di Roma, nella Sala Italiana, che esponeva quarantanove delle sue opere, offrendo al pubblico un’ultima occasione per ammirare la sua maestria.
Enrico Coleman Opere – Stile e Caratteristiche
Ritagli di Vita: Enrico Coleman e la Bellezza della Campagna Romana
L’arte di Enrico Coleman si distingue per la sua dedizione alla rappresentazione dei pittoreschi dintorni della Città Eterna, Roma, catturando attraverso un vasto repertorio di opere la bellezza della campagna romana. Concentrandosi principalmente sulle vedute rurali, dipinge paesaggi che trasudano autenticità e vitalità. Le sue opere, spesso create en plein air, catturano la vita quotidiana dei contadini e dei butteri, mentre gli animali, come buoi, bufali e cavalli, popolano le sue composizioni con una presenza tangibile.
Attraverso uno sguardo attento e sensibile, Coleman trasforma le scene di campagna in quadri vivi e coinvolgenti. Le sue opere non sono semplici rappresentazioni statiche, ma piuttosto finestre aperte su un mondo dinamico, ricco di movimento e di vita. Grazie alla sua maestria nel catturare i dettagli più minuti e nel rendere con precisione la luce e l’atmosfera del momento, ogni suo dipinto è una testimonianza vivida della bellezza e della ricchezza della vita rurale romana.
Ciò che rende davvero uniche le opere di Coleman è la sua capacità di catturare l’essenza della realtà, non solo attraverso la sua tecnica impeccabile, ma anche attraverso la sua sensibilità artistica. Ogni pennellata è impregnata di emozione e di vita, trasmettendo al pubblico l’atmosfera vibrante e l’energia dei suoi soggetti.
Le opere di Enrico Coleman fungono quindi da testimonianza preziosa della vita nei dintorni della città, offrendo uno sguardo intimo e autentico su un mondo che altrimenti potrebbe passare inosservato. Con la sua maestria nel manipolare l’acquerello, il pittore riesce a creare opere che sono al tempo stesso dettagliate e suggestive, invitando lo spettatore a immergersi completamente nella bellezza e nella magia della campagna romana.
Quadri
- L’aratura (1887)
- Sementi d’inverno, campagna romana (1895)
- Mola di San Cosimato (1895)
- Lago di Nemi (1909)
- Butteri con mandria di cavalli
- Butteri a cavallo
- La merca
- Il trasporto del travertino
- Temporale imminente
- Buoi con carro
- Al fontanile
- Timor panico
- L’Appia antica
- Cavalli che bevono
- Contadina e asinello
Firma