L’eccezionale produzione artistica di Antonio Donghi è composta sia da disegni a matita su carta che da dipinti ad olio, oggetto di interesse crescente da parte dei collezionisti.

I disegni a matita del pittore hanno valutazioni che in media si aggirano tra i €1.000 e oltre i €4.000, in relazione della qualità e del grado di compiutezza dell’opera. Sono generalmente meno ricercati dei suoi dipinti ad olio ma hanno comunque un loro fascino. Per quanto riguarda i dipinti ad olio, le quotazioni di Antonio Donghi vanno generalmente tra i €10.000 ed oltre i €40.000, con punte di prezzi talvolta superiori per i suoi quadri più importanti.

I ritratti e le nature morte sono tra i soggetti più ricercati e, di conseguenza, sono i lavori che raggiungono i prezzi più elevati. Il record di vendita per un’opera a firma Antonio Donghi è attualmente di circa €212.000, significativo risultato raggiunto nel 2018 per un eccezionale ritratto di donna datato 1933, dalle dimensioni di 50 x 37 cm. Questo evento riflette come negli ultimi 5/10 anni c’è stato un notevole aumento dell’interesse per gli artisti del Realismo Magico.

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Antonio Donghi Quotazioni, Prezzi e Valore Opere

Analisi del Mercato e delle Quotazioni dell’Opera di Antonio Donghi

Antonio Donghi, un maestro indiscusso del Realismo Magico, ha lasciato un’impronta indelebile nell’arte del XX secolo, contribuendo a definire una corrente artistica che affascina gli amanti dell’arte in tutto il mondo. Le sue opere sono ricercate e valorizzate per la loro capacità di catturare la magia della vita quotidiana in un contesto straordinario.

Oggi, le opere di Antonio Donghi sono oggetto di un crescente apprezzamento e i loro valori di mercato sono saliti. Il pittore italiano ha raggiunto un notevole successo nei risultati di vendita, grazie alla forte domanda nel mercato dell’arte. Negli ultimi 5/10 anni, abbiamo assistito a un aumento significativo delle richieste per i suoi dipinti, un segno tangibile dell’immensa influenza e risonanza delle sue creazioni. Non è un caso che il suo record di vendita di sia stato raggiunto nel 2018, un chiaro indicatore dell’entusiasmo che circonda la sua opera.

Tra le sue creazioni, i ritratti, in particolare quelli che ritraggono donne affascinanti, sono tra i soggetti più ricercati. Le opere di Antonio Donghi riescono a catturare la complessità dei volti umani in modo straordinari. Le nature morte, specialmente quando la composizione è intricata e affascinante, sono anch’esse molto apprezzate e ricercate. Il pittore ha il dono di rendere oggetti inanimati vivi e intriganti, creando opere che raccontano storie invisibili.

Le sue opere paesaggistiche, sebbene talvolta possano essere leggermente inferiori in termini di valori di mercato rispetto ad altri soggetti, possono ancora suscitare un notevole interesse, soprattutto se raffigurano luoghi iconici o carichi di significato storico. La capacità di Antonio Donghi di infondere atmosfera e mistero anche in paesaggi è un elemento distintivo del suo stile.

Un ulteriore elemento che aumenta il valore di un’opera di Antonio Donghi è la sua partecipazione a mostre importanti. L’esposizione di un’opera in eventi di prestigio, come la mostra collettiva “Venti artisti italiani” curata da Ugo Ojetti o alle Biennali di Venezia, può notevolmente aumentarne il fascino e di conseguenza il valore di mercato.

È interessante notare che le opere realizzate da Antonio Donghi prima della seconda guerra mondiale, principalmente negli anni ’20, ’30 e all’inizio degli anni ’40, sono particolarmente ricercate. Questo periodo rappresenta un’epoca d’oro nella carriera dell’artista e le sue creazioni di quel periodo sono tra le più celebrate.

In definitiva, il valore di un’opera di Antonio Donghi dipende da una serie di fattori, tra cui il soggetto, l’epoca di creazione, l’esposizione a mostre rilevanti e l’interesse storico e artistico che suscita. La sua magia continua a incantare il mondo dell’arte, e le sue opere rimangono un tesoro prezioso e un’opportunità unica per gli appassionati di collezionismo.

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Oltre a Antonio Donghi, potresti trovare opere di altri artisti, sia del XIX secolo che del XX secolo, italiani o stranieri che hanno lavorato in Italia, contribuendo a un’esperienza d’arte unica e avvincente.

Biografia di Antonio Donghi Pittore

Antonio Donghi, uno dei pittori più affascinanti del XX secolo, nacque a Roma nel 1897 in una famiglia segnata dalla separazione dei genitori Lorenzo, un commerciante di tessuti originario di Lecco, e Ersilia de Santis. Questo evento tumultuoso che sconvolse la sua infanzia, fu l’inizio di un percorso artistico e di vita ricco di sfumature e contraddizioni, un percorso che ha contribuito a definire il suo stile distintivo e il suo status come uno dei principali esponenti del Realismo Magico.

La decisione dei suoi genitori di separarsi quando Antonio Donghi era ancora un bambino portò ad un’infanzia segnata dalla solitudine e dall’isolamento. Venne mandato in un collegio lontano da Roma, lontano dai genitori, una situazione che avrebbe potuto spegnere la luce creativa in molti, ma che invece sembrò accendere la sua passione per l’arte. Fu durante questi anni difficili che iniziò a esplorare il mondo della pittura, cercando rifugio nelle immagini e nei colori.

La sua pittura, uno dei primi esempi del realismo magico che anticipò già dal 1922, è stata spesso paragonata al realismo fotografico e all’iperrealismo. Tuttavia, la genialità di Antonio Donghi risiede nella sua capacità di osservare e rappresentare la realtà con una minuziosa e ossessiva precisione, mentre allo stesso tempo semplificava e sintetizzava i soggetti, creando un’ambiguità affascinante tra verità e artificio. Un esempio eloquente di questa capacità si trova in opere come “Donne con chitarra” e “Donna alla toeletta”, realizzate nel 1930, dove i dettagli degli abiti, delle mani e delle capigliature sono dipinti con una precisione straordinaria.

Ma la magia del realismo di Antonio Donghi risiede non solo nella sua abilità tecnica, ma anche nell’atmosfera rarefatta in cui le sue figure sono immerse. Queste sembrano essere “congelate” in una dimensione senza tempo, un concetto che riflette chiaramente le influenze della metafisica nella sua opera. Nel “Pescatore di fiume” del 1931 e nel “Pescatore con pesce” del 1932, questo elemento di atemporalità è evidente, rendendo le sue opere ancor più misteriose e affascinanti.

Antonio Donghi applica lo stesso trattamento magico alle sue nature morte. Opere come quelle con strumenti musicali, realizzate nel 1936 e nel 1942, sono esempi straordinari di come l’artista fosse in grado di geometrizzare e “congelare” gli oggetti in un modo che sembra quasi naif. Tuttavia, bisogna sottolineare che l’aggettivo “naif” è da usare con cautela quando si parla di un pittore così lucido, rigoroso e colto come lui. In un’epoca in cui molti artisti stavano esplorando la tradizione e reinterpretandola, il pittore aveva i suoi punti di riferimento nel passato, tra cui i grandi maestri come Caravaggio, Longhi e Ingres.

La biografia di Antonio Donghi è un enigma avvolto dalla sua eccezionale riservatezza. Tuttavia, alcuni eventi significativi nella sua carriera artistica gettano luce su una vita che, sebbene priva di dettagli personali, è stata ricca di successi e riconoscimenti. Negli anni ’20, espone in una personale a Roma, un evento che segna l’inizio del suo cammino artistico.

Il successo di questa mostra fu così smisurato che lo portò a esporre alla Galleria Pesaro di Milano, all’interno della mostra collettiva “Venti artisti italiani” curata da Ugo Ojetti. Accanto a lui, nomi illustri come Giorgio de Chirico, Gigi Chessa, Virgilio Guidi, Felice Casorati, Mario Tozzi e Ubaldo Oppi condivisero la gloria di questa esposizione eccezionale.

Nel 1926, Antonio Donghi attraversò l’oceano e portò la sua arte negli Stati Uniti e poi a Parigi, dove ebbe l’opportunità di incontrare personalmente Filippo de Pisis, un altro grande maestro dell’arte italiana del XX secolo. La sua partecipazione alla II Mostra del Novecento nel 1929 segnò ulteriori successi nella sua carriera.

Durante il decennio che ci interessa, si distinse per alcune esposizioni a Roma, tra cui alla galleria Sabatello, e per la partecipazione alle Biennali veneziane del 1930 e del 1932, oltre alla II e III Quadriennale (1935 e 1939). Nel 1938, ricevette un riconoscimento ufficiale come professore di tecniche pittoriche presso l’Istituto Centrale del Restauro, una posizione che rifletteva il rispetto e l’ammirazione che il suo lavoro aveva guadagnato nel mondo dell’arte.

Il periodo che va dal 1950 alla sua prematura morte nel 1963 può essere considerato come un periodo di riflessione per Antonio Donghi. Durante questo periodo, l’artista si concentrò quasi esclusivamente sulla pittura di paesaggi, partecipando alle Biennali di Venezia del 1952 e 1954, sebbene in modo più modesto rispetto ai suoi trionfi precedenti.

Le Quadriennali del 1951, 1955 e 1959 mostrarono che continuava a essere un nome rispettato nell’arte italiana, sebbene il clima artistico dell’epoca, segnato dalla contesa tra astrattismo e realismo, potesse non essere completamente favorevole alla sua ricerca.

Antonio Donghi si spense a Roma il 16 luglio 1963, lasciando un’eredità artistica straordinaria. Pochi mesi dopo la sua morte, la sua prima mostra retrospettiva fu allestita presso la galleria “La Nuova Pesa” a Roma, un tributo al suo talento immortale e alla sua visione unica del mondo.

Antonio Donghi Opere

La sua produzione pittorica è stata plasmata principalmente da ritratti di persone, nature morte e paesaggi, catturando la bellezza e il mistero della vita quotidiana in uno stile distintivo.

Antonio Donghi ha iniziato a realizzare opere d’arte fin dagli inizi degli anni ’20, continuando la sua straordinaria produzione fino alla sua morte. Nell’elenco seguente, sono elencate alcune delle sue opere più conosciute, che testimoniano la sua versatilità e il suo talento nel rappresentare una vasta gamma di soggetti.

Quadri

Ecco alcune delle sue opere più conosciute:

1. Viole nel vaso (1923)
2. Nudo di donna (1923)
3. Lavandaie (1923)
4. Carnevale (1923)
5. Via del Lavatore (1924)
6. Autoritratto (1924)
7. Ritratto di Lauro de Bosis (1924 c.)
8. Ponte Cestio (1925)
9. Canzonettista (1925)
10. Fiori (Dalie) (1925)
11. Piazzale alberato (1925)
12. La canzonettista (1925)
13. Il giocoliere (1926)
14. La sposa (1926)
15. Donna alla finestra (1926)
16. Circo equestre (1927)
17. Cocottina (1927)
18. Circo (1927)
19. Ritratto di Maria Pia (1929)
20. Donne per le scale (1929)
21. Battesimo (1930)
22. Prima del canto (1930)
23. Paesaggio (porto) (1930)
24. Convento (Il Battesimo) (1930)
25. Donna al suo tavolo da trucco (1930)
26. Giovinetta (1931)
27. Il tevere (1931)
28. Donna al caffè (1931)
29. Ritratto di una donna con cappello (1931)
30. Canzone (1932)
31. Figura di donna (1932)
32. Il ponte di ferro ai Fiorentini (1933)
33. Canzone (1934)
34. Le villeggianti (1934)
35. Gita in barca (1934)
36. Gli amanti alla stazione (La partenza, L’attesa, Alla stazione) (1933)
37. Natura morta (1936)
38. Vaso di fiori (1936)
39. Margherita (1936)
40. Il giocoliere (1936)
41. Ritratto equestre del Duce (1937)
42. Elisa (Ritratto della Signorina Luisa) (1938)
43. Fabbrica di Roma (1940)
44. Natura morta (1940)
45. Strumenti (1940)
46. L’altalena (1941)
47. Caccia alle allodole (1942)
48. Autoritratto (1942)
49. Il Golfo di La Spezia (1946)
50. Domatore di animali (1946)
51. Le Grazie di La Spezia (1946)
52. Ragazzi alla finestra (1947)
53. Carico di fascine (1950)
54. Stazzema (1951)
55. Strada di Lucchesia (1952)
56. Montecarlo di Lucca (1953)

Esposizioni

1. XV Esposizione della Società Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma – 1922
2. Mostre personali – galleria Stuard a via Veneto e alla Casa d’Arte Bragaglia – 1924
3. “Exhibition of modern Italian art” – 1926
4. Mostra Personale The New Gallery (New York) – 1927
5. II Mostra del Movimento – 1929
6. Mostra del Novecento Italiano – 1930
7. XV, XVI, XVII, XVIII, XXVI e XXVII Esposizione internazionale d’arte di Venezia (Biennale) – dal 1926 al 1932, 1952 e 1954
8. Mostra Personale alla Galleria D. Sabatello – 1932
9. II, III, VI, VII e VIII Quadriennale Romana – 1935, 1939, 1951, 1955 e 1959