SILVIO CANEVARI QUOTAZIONI
Il repertorio artistico di Silvio Canevari costituisce principalmente un affascinante panorama di sculture. Le sue creazioni sono intrise di uno stile classico che risente dell’influenza del regime fascista, manifestandosi attraverso il recupero del raffinato gusto scultoreo dell’antica Roma, con particolare attenzione rivolta al culto dei busti degli atleti.
Le opere di questo talentuoso scultore viterbese sono da considerarsi vere e proprie rarità nel panorama artistico. Le quotazioni di Silvio Canevari per le sculture oscillano tra €2000 e oltre €6000. Questa variazione dipende principalmente dalle dimensioni e dal soggetto dell’opera, i quali rappresentano gli elementi preponderanti nell’influenzare il prezzo di un manufatto in bronzo o marmo dell’artista.
Da notare che le opere di dimensioni più imponenti e di qualità eccezionale possono superare le stime di valore precedentemente menzionate. Un esempio tangibile di ciò è il record di vendita personale di Silvio Canevari, che ha raggiunto la cifra notevole di circa €28.000 per una coppia di sculture in bronzo, fedeli al suo caratteristico stile e alte ben 78 cm.
Oltre alle maestose sculture, il repertorio artistico di Canevari include anche bozzetti e studi su carta, che hanno un valore medio stimato tra €300 e €400. Va sottolineato che le valutazioni economiche fornite in precedenza sono indicative e consigliabili, ma un’analisi più approfondita richiederebbe l’intervento di un esperto nel campo della scultura del ventennio, con particolare specializzazione sullo scultore viterbese.
In conclusione, l’eredità artistica di Silvio Canevari si presenta come un affascinante crocevia tra la classicità ispirata al periodo fascista, la rara presenza nel panorama artistico e la valenza economica che si riflette nelle variazioni di dimensioni e soggetti delle sue opere.
QUOTAZIONI MEDIE:€2.000 - €6.000
Silvio Canevari Valore Opere
Silvio Canevari, figura di spicco nell’ambito della scultura durante il periodo fascista, si distinse nonostante la sua breve carriera, lasciandoci un’eredità artistica intrisa di influenze caratteristiche dell’epoca. Pur avendo prodotto un corpus d’opere limitato a causa della prematura scomparsa, ha saputo abbracciare appieno gli stilemi imposti dal regime fascista nella sua produzione scultorea.
Le creazioni di Silvio Canevari, ancorate al rigore delle soluzioni classiche, si ergono come monumenti che testimoniano la sua maestria nel modellare con vigore. La scelta di forme imponenti e di una monumentalità palpabile riflette il suo pieno aderire all’estetica promossa dal regime, esaltando la grandiosità e la forza nelle sue opere. La sua scultura diviene così un medium attraverso il quale esprime le caratteristiche del suo tempo, unendo l’antica eredità classica al fervore ideologico del periodo.
Dal punto di vista del mercato dell’arte, le opere di Silvio Canevari si collocano in un contesto di continuità con gli artisti del ventennio fascista, mantenendo un’attrattiva costante per i collezionisti di nicchia. La domanda per le sue creazioni ha conservato nel tempo una stabilità notevole, alimentata dalla rara presenza di opere sul mercato e dalla persistente ricerca di pezzi che catturino la potenza espressiva e la visione ideologica di quel periodo storico.
Particolarmente ambite risultano essere le sculture in bronzo di dimensioni considerevoli, rivelando un interesse specifico per la monumentalità delle opere di Canevari. Questa tendenza sottolinea la ricerca di pezzi che incarnino appieno la forza e la grandiosità proprie della sua produzione scultorea.
In sintesi, sebbene il contributo di Silvio Canevari al mondo dell’arte sia stato circoscritto temporalmente, la sua eredità persiste attraverso opere che incarnano la fusione tra classicismo e ideologia fascista, suscitando un interesse duraturo e costante da parte dei collezionisti di opere d’arte di periodo.
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Silvio Canevari Vendita ed Acquisto
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Silvio Canevari In Vendita
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Biografia di Silvio Canevari Scultore
Silvio Canevari, nato nell’anno 1893 a Viterbo, si distinse come uno dei talenti più luminosi nel panorama artistico italiano del primo Novecento. La sua vita e la sua carriera artistica si svolsero in un contesto intriso di passione, dedizione e una profonda ricerca delle radici classiche che hanno plasmato il suo destino creativo.
Dopo il trasferimento a Roma, il giovane Canevari intraprese un percorso formativo presso l’Accademia di Belle Arti, sotto la guida illuminante di Ettore Ferrari. Fu qui che si innamorò perdutamente dell’arte, immergendosi nell’atmosfera fervente della scuola e apprendendo le tecniche e i segreti del mestiere. La sua mente creativa, aperta alle influenze dell’antico e della scultura rinascimentale, si sviluppò in modo straordinario sotto la guida di maestri che avevano plasmato generazioni di artisti.
La passione di Silvio Canevari per la scultura divenne evidente attraverso le sue opere, vere e proprie epifanie di forza e maestria. Il suo nome si lega indissolubilmente allo stadio dei marmi del Foro Italico a Roma, dove le sue creazioni scultoree trovano dimora eterna. Tra queste opere monumentali, emergono con impeto “Il lottatore”, “David”, “Ercole”, “Mercurio”, “Il discobolo”, “L’arciere” e “Il rematore”. Ogni scultura è una testimonianza del suo straordinario talento di modellatore, una celebrazione di forme vigorose e una dichiarazione di ispirazione classica reinterpretata con maestria.
In particolare, lo sguardo si posa con ammirazione sul “David” di Canevari, una creazione che raggiunge l’apice della perfezione di stile. Sia nella versione in bronzo dorato che in quella scolpita nel candido marmo, il volto maschio e possente del personaggio emana una serenità sovrumana. Lo scultore viterbese, con maestria ineguagliabile, cattura l’essenza della figura, conferendogli una bellezza che trascende il pur fisico eroismo.
Nel corso del suo percorso artistico, Silvio Canevari si distinse per la sua capacità di trarre ispirazione dai maestri del passato senza mai cedere alla tentazione dell’imitazione servile. Le influenze di Donatello, Verrocchio e Giambologna permeano le sue opere, ma si fondono armoniosamente con la sua visione unica e originale. Il suo David è un’ode alla classicità rivisitata in chiave moderna, una sintesi magistrale di tradizione e innovazione.
Nel 1919, Canevari si aggiudicò il prestigioso Pensionato Artistico Nazionale per la scultura, un riconoscimento che avrebbe dovuto essere il trampolino per una carriera sempre più luminosa. Tuttavia, la guerra impose una pausa temporanea alla sua attività, interrompendo brevemente il cammino di un talento destinato a brillare nel firmamento dell’arte.
Gli anni Venti videro Silvio Canevari dedicarsi con impegno alle sculture degli atleti per il Foro Italico, collaborando con altri maestri del calibro di Ercole Drei, Eugenio Baroni, Nicola D’Antino, Francesco Messina e Publio Morbiducci. Fu in questo periodo che strinse una profonda amicizia con Attilio Selva, suo compagno di sculture nel Foro Italico. Nel 1923, partecipò con successo alla XCI Esposizione degli Amatori e Cultori e alla Seconda Biennale Romana, con opere esposte accanto a quelle di Gaetano Martinez.
Il decennio continuò con la sua presenza costante in varie mostre, tra cui la Seconda Biennale Internazionale delle Arti Decorative di Monza nel 1925. Silvio Canevari si unì al gruppo degli artisti romani, guidati da Duilio Cambellotti, presentando opere che incantavano gli spettatori con la loro maestria e originalità. Nel 1928, partecipò alla Esposizione degli Amatori e Cultori di Roma, e nel 1930 fu onorato di mostrare le sue creazioni nella Mostra del Centenario di questa stessa società.
Nel frattempo, il genio di Canevari raggiungeva la sua apoteosi con la completa serie di statue destinate allo stadio del Foro Italico. Ognuna di esse, dal vigoroso “Lottatore” all’eloquente “Rematore”, testimoniava la maestria di un artista destinato a scrivere il proprio nome nella storia dell’arte.
Il culmine della sua carriera artistica fu rappresentato dalla statua del “David”, esposta inizialmente alla Quadriennale di Roma del 1931. Tuttavia, la sua vita e la sua opera furono tragicamente interrotte dalla morte prematura che lo colse a Roma nello stesso anno. La sua scomparsa fu un colpo devastante per la comunità artistica, privata di un talento promettente destinato a lasciare un’impronta indelebile nella storia dell’arte italiana.
Nel corso del tempo, la memoria di Silvio Canevari non si è dissolta, anzi, è stata onorata attraverso mostre e retrospettive che hanno permesso al pubblico di apprezzare la sua grandezza artistica. Nella primavera e nell’estate del 1992, una mostra significativa intitolata “Scultura italiana del primo Novecento”, con catalogo realizzato dal noto storico dell’arte Vittorio Sgarbi, ha aperto le porte del Castello Estense di Mesola, in provincia di Ferrara.
Curata con passione da Laura Gavioli, la mostra ha presentato opere di diversi artisti, tra cui le magnifiche “Ercole di Brindisi” e “Ercole di Roma” di Silvio Canevari. Queste statue in gesso, risalenti al 1929 e provenienti dalla Galleria Gasparini di Roma, hanno catturato l’attenzione del pubblico, offrendo un’occasione unica di immergersi nell’universo creativo di un genio trascinato via troppo presto dalla scena artistica.
Silvio Canevari Opere – Stile e Caratteristiche
Tra Monumentalità Classica e Innovazione Rinascimentale
Silvio Canevari, celebrato per le sue opere scultoree di risonanza, si distingue per uno stile intriso di classicismo, una caratteristica plasmata dagli influssi del regime fascista. Questa corrente artistica, fortemente legata al recupero dell’estetica statuaria dell’antica Roma, si manifesta prepotentemente nelle sue creazioni, i cui lavori svelano una predilezione per i busti degli atleti, divenuti emblema di un periodo storico complesso.
Le sculture di Canevari, improntate a un’estetica classicista, si rivelano non solo come testimonianza di una particolare epoca, ma come espressione di una potenza formale che si manifesta attraverso volumi imponenti, intrisi di monumentalità e muscolarità. La forza espressiva delle sue opere è evidente nell’approccio vigoroso e nel modellamento audace, che conferiscono alle figure scolpite una presenza imponente e maestosa.
L’artista viterbese, tuttavia, evita l’imitazione servile dei maestri del passato, piuttosto si ispira a figure illustri come Donatello, Verrocchio e Giambologna, fondendo elementi classici con una visione personale. Le sue opere, pur richiamando l’eredità degli scultori rinascimentali, si distinguono per un tocco contemporaneo che rivela la capacità di Canevari di reinterpretare e adattare la tradizione classica in modo unico e originale.
Nelle creazioni di Canevari, emerge una serenità ispirata dall’arte rinascimentale, con un’armoniosa fusione di forme e proporzioni. L’artista trasmette la sua profonda connessione con la classicità attraverso soluzioni formali che abbracciano la monumentalità senza sacrificare l’individualità e la modernità. In tal modo, lo scultore si erge come un abile modellatore che, pur mantenendo salde radici nella tradizione, dà vita a opere scultoree che trasudano originalità e unicità, incarnando una visione artistica che va al di là della mera riproduzione del passato.
Ecco alcune delle sue sculture più note:
- Genoa/Viterbo
- Gli scioperanti (1914)
- Monumento ai caduti di Pistoia (1925)
- Acquaiola (1926/27 c.)
- Il Rematore (1929)
- Arciere (1929)
- David (1929)
- Il Pugilatore (1930)
- Ritratto dell’architetto Armando Brasini (1931)
- Testa di Medusa argentata
- Atleta con asta
- L’agricoltura
- Il ratto d’Europa
- Leda
- Eracle
- Rematore
- Ercole
- Discobolo