Arturo Dazzi, uno dei più significativi artisti italiani del Novecento, ha lasciato un’eredità artistica variegata che spazia tra opere su carta, dipinti ad olio e sculture, con queste ultime rappresentando la sua forma d’arte principale. La sua vasta gamma di produzione artistica riflette la sua versatilità e il suo talento eccezionale nell’esprimere la sua visione attraverso mezzi diversi.

I bozzetti su carta, realizzati con matita, gessetto, carboncino e sanguigna, costituiscono una parte significativa del suo lavoro. Questi bozzetti possono variare notevolmente nel loro valore, con stime che vanno da €200 a €1.000 o anche di più. La valutazione di un bozzetto specifico dipende dalla complessità dell’opera, dalla sua rifinitura e dalla sua importanza come studio preliminare per una delle sue opere principali. Inoltre, il soggetto rappresentato può influenzare il valore, specialmente se è collegato a una delle sue opere più importanti.

Passando ai dipinti ad olio, Arturo Dazzi ha dimostrato la sua abilità nel trasferire la sua visione artistica su tela. Questi dipinti possono avere quotazioni che vanno generalmente da €1.000 a €4.000. Tuttavia, è importante notare che il valore di un dipinto specifico può variare notevolmente in base a vari fattori, tra cui la qualità dell’opera, le dimensioni e il soggetto rappresentato. Alcuni dei suoi dipinti più significativi, soprattutto quelli con un interesse storico o artistico particolare, possono superare queste stime generali.

Le sculture rappresentano la pietra miliare del suo lavoro e spesso sono le opere più ambite dai collezionisti. Le quotazioni di Arturo Dazzi per le sculture vanno da €2.000 a oltre €10.000. Tuttavia, per le sculture particolarmente importanti, la stima di mercato può superare notevolmente questi valori standard. È importante notare che le dimensioni, la qualità della scultura e il soggetto raffigurato possono influenzare significativamente il prezzo di vendita.

È interessante notare che le sculture realizzate durante il periodo del ventennio fascista di Arturo Dazzi sono particolarmente richieste e potrebbero raggiungere valori di vendita più elevati. Un esempio notevole del suo risultato di vendita più elevato si è verificato nel 2002, quando una scultura datata 1930, durante il regime fascista, realizzata in marmo di Carrara e raffigurante una bambina a grandezza naturale, è stata venduta per circa €23.600, dimostrando l’interesse continuo per le opere di questo straordinario artista.

Le stime di valore menzionate sopra sono indicative e generali, e per ottenere una valutazione precisa dell’opera d’arte di Arturo Dazzi, è consigliabile consultare un esperto nel campo dell’arte. I valutatori esperti possono considerare tutti i dettagli specifici dell’opera, la sua provenienza e la sua importanza storica per determinarne il valore reale sul mercato. Vi invitiamo a contattare un nostro esperto per scoprire gratuitamente e senza impegno il valore dell’opera d’arte di Arturo Dazzi che potete possedere.

Arturo Dazzi Valore Opere

Arturo Dazzi, un illustre scultore del periodo fascista, si distinse per la sua eccezionale produzione artistica, creando opere di notevole rilevanza che abbracciavano una varietà di medium, tra cui sculture, dipinti e bozzetti su carta. Il suo contributo all’arte italiana è di indiscussa importanza, ed è interessante esaminare il valore delle sue opere sul mercato dell’arte, con particolare attenzione alle sue sculture, che sono spesso ricercate e apprezzate sia per il loro valore collezionistico che per la loro qualità artistica.

Arturo Dazzi dimostrò un notevole talento nello scolpire il marmo, utilizzandolo per creare opere straordinarie che spaziavano da ritratti di donne e bambine a sculture di carattere fascista, come “La vittoria alata” e figure allegoriche che incarnavano idealmente l’epoca. Questi soggetti affascinanti e rappresentativi sono particolarmente ricercati sul mercato e possono conseguire valori significativi.

Le opere di Arturo Dazzi rivelano un’abilità formidabile nel modellare il marmo, catturando l’espressione e la vitalità delle sue creazioni. Questa maestria si riflette nei ritratti di donne e bambine, dove è riuscito a trasmettere la grazia e la bellezza delle sue soggettazioni con una profondità emotiva che le rende preziose agli occhi dei collezionisti. Le sculture che evocano il periodo fascista sono di particolare interesse storico e artistico, riflettendo un’epoca complessa e cruciale nella storia italiana.

Il valore delle opere di Arturo Dazzi sul mercato dell’arte è generalmente soddisfacente, e la domanda è spesso sostenuta da collezionisti e appassionati d’arte che cercano di acquisire le sue creazioni uniche. È importante sottolineare che la valutazione di queste opere può variare notevolmente in base a diversi fattori, tra cui la qualità dell’opera, le dimensioni e, naturalmente, il soggetto rappresentato. In particolare, le sculture che presentano un interesse storico e collezionistico legato al periodo fascista o che si distinguono per la loro straordinaria bellezza artistica possono raggiungere valori di mercato elevati.

In definitiva, Arturo Dazzi continua a essere un punto di riferimento nell’arte italiana del ventennio fascista e della prima metà del XX secolo. Le sue opere sono oggetto di ammirazione e studio, e il loro valore rimane robusto sul mercato dell’arte, testimonianza della sua straordinaria abilità e della sua influente eredità artistica.

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Biografia di Arturo Dazzi Scultore

Le Radici e l’Emergere dell’Artista

Nato a Carrara il 13 gennaio 1881, Arturo Dazzi aveva origini umili ma un talento eccezionale che lo portò a emergere come uno dei grandi artisti del suo tempo.

La sua formazione artistica ebbe inizio all’Accademia di Belle Arti di Carrara, un luogo ricco di tradizione artistica e famoso per il suo marmo pregiato. Qui, Arturo Dazzi coltivò la sua passione per la scultura e per la bellezza intrinseca nel marmo. La sua dedizione al suo mestiere lo portò a vincere la Pensione Artistica Nazionale con l’opera “Gli Eroi del Mare”, dimostrando sin da giovane il suo talento straordinario. Questo successo lo spinse a trasferirsi a Roma, il cuore dell’arte italiana, dove avrebbe affinato ulteriormente il suo talento.

Roma, all’inizio del XX secolo, era un centro di fermento artistico e culturale. Arturo Dazzi divenne un assiduo frequentatore della comunità artistica d’avanguardia della città, interagendo con altri artisti e assimilando nuove influenze. Partecipò a numerose mostre d’arte, tra cui la prestigiosa X Biennale di Venezia del 1912. Qui, espose le sue opere accanto a grandi artisti come Ercole Drei, Antonio Maraini, Medardo Rosso e Paolo Troubetzkoy, consolidando la sua reputazione come uno dei talenti emergenti nell’arte scultorea italiana.

Le opere di Arturo Dazzi si distinsero per la loro potenza espressiva e la loro capacità di catturare la figura umana in modo straordinario. Le sue sculture erano caratterizzate da una modellazione ampia e sintetica, con maschere severe ed espressive. Questo approccio artistico dimostrava la sua profonda passione per lo studio della forma e della figura umana.

L’Apice della Carriera e l’Evoluzione Artistica

Dopo la devastazione della Prima Guerra Mondiale, Arturo Dazzi fu chiamato a realizzare diverse commissioni pubbliche. Tra le sue opere più celebri di questo periodo vi è il lavoro sul fregio dell’Altare della Patria, un monumento simbolo dell’unità italiana. Questo progetto, intrapreso tra il 1924 e il 1935, sottolineò ancora una volta la sua maestria nell’arte scultorea.

Negli anni ’20 e ’30, il suo stile scultoreo subì un’evoluzione, abbracciando un approccio più semplificato alle masse plastiche. Questo cambiamento fu influenzato da artisti come Antoine Bourdelle e Constantin Meunier. Un esempio di questa evoluzione è la scultura “Serafina”, realizzata in marmo rosa e esposta alla Biennale di Venezia del 1920. Quest’opera riflette la sua crescente abilità nell’uso delle forme plastiche per creare opere d’arte sorprendentemente suggestive.

Nel 1927, Arturo Dazzi realizzò insieme a Adolfo Wildt e Libero Andreotti il “Cristo risorto”, un’opera scultorea che divenne parte integrante dell’imponente Arco della Vittoria a Bolzano. Questo monumento era un progetto ideato da Marcello Piacentini, uno degli architetti di spicco dell’epoca.

Negli anni ’30, Arturo Dazzi sembrò prediligere temi realistici, spesso raffigurando animali, e cominciò anche a dipingere con soggetti simili. Alla II Quadriennale di Roma del 1935, espone una singola scultura, “Adolescente”, che sottolinea la sua versatilità artistica. La sua capacità di esplorare e adattarsi a nuove espressioni artistiche testimonia la sua straordinaria versatilità come artista.

Un capitolo significativo nella carriera di Arturo Dazzi fu la commissione ufficiale da parte di Mussolini per creare una stele celebrativa in onore di Guglielmo Marconi. Questa opera, inizialmente concepita per l’Esposizione Universale di Roma del 1942, si trasformò in un progetto di lunga durata a causa degli eventi della Seconda Guerra Mondiale.

Lavorò a intermittenza sulla stele a forma di tronco di piramide, fino al 1952, quando, in preda a una crisi e insoddisfazione, ruppe tutti i pannelli in gesso. Nonostante le difficoltà, ritornò all’opera grazie all’interessamento della famiglia Marconi e completò finalmente il monumento nel 1957. La Stele di Guglielmo Marconi rimane uno dei suoi lavori più iconici ed è stato collocato nel quartiere EUR di Roma.

La Sfida del secondo Dopoguerra

Dopo la guerra, nel 1945, Arturo  Dazzi fece ritorno nella sua villa a Forte dei Marmi, dove si era stabilito nel 1925. Questo periodo segnò un’isolamento e una crisi artistica, dovuti anche a problemi di salute. Tuttavia, alla fine, ritrovò la sua ispirazione e si immerse nuovamente nella scultura, nel disegno e nella pittura. La sua passione per l’arte lo sostenne fino alla fine dei suoi giorni.

Arturo Dazzi morì a Pisa il 16 ottobre 1966, lasciando un’eredità artistica ricca di opere significative che testimoniano la sua maestria scultorea e la sua straordinaria versatilità come artista.

Arturo Dazzi Cavallino

La scultura “Cavallino” di Arturo Dazzi è un’opera iconica e rappresentativa del suo straordinario talento e della sua influenza nel panorama artistico del XX secolo. Questa opera è stata realizzata in diversi materiali, tra cui il bardiglio e il marmo nero, dimostrando la sua versatilità e la maestria come scultore.

“Cavallino” rappresenta il culmine di un classicismo moderno che ha radici profonde a Carrara, con una tradizione che si è sviluppata per oltre centocinquant’anni. Questo periodo straordinariamente lungo testimonia la forza duratura del classicismo come corrente artistica e culturale nella regione. La scultura, creata per la prima volta nel 1926, segna un punto di svolta in questa tradizione. Con “Cavallino”, dimostra di avere un’innovativa visione artistica che fonde l’eredità classica con un tocco moderno. È un esempio di come un artista possa reinterpretare e ridefinire un genere artistico tradizionale.

La rilevanza di “Cavallino” nell’opera di Arturo Dazzi è evidente dal fatto che l’artista non si è limitato a una singola esecuzione. Al contrario, ha riconosciuto l’eccezionale valore di questa creazione e ha continuato a replicarla fino al 1940. Questo atto di replicazione non è solo un tributo all’opera stessa, ma rappresenta anche la profonda connessione tra l’artista e il suo soggetto.

Questa scultura riflette anche l’abilità di Arturo Dazzi nell’utilizzo di materiali diversi. Il fatto che abbia lavorato il “Cavallino” in varie pietre, tra cui il bardiglio e il marmo nero, dimostra la sua padronanza nell’arte della scultura e la sua capacità di esprimere la stessa idea in materiali diversi, catturando la bellezza e l’essenza del suo soggetto in modo sorprendente.

Esposizioni dello Scultore

1. X Biennale di Venezia – (1912)
2. XIV Biennale di Venezia – (1920)
3. II Quadriennale di Roma – (1935)

Arturo Dazzi Opere

Ecco una selezione delle opere dell’artista poliedrico Arturo Dazzi, che spaziano tra sculture, compresi di monumenti, e quadri. Le sue creazioni abbracciano una vasta gamma di soggetti, tra ritratti, figure allegoriche risalenti al periodo fascista e affascinanti raffigurazioni di animali.

Sculture:

1. Ritratto di bimbo (1920 c.)
2. Serafina (1920 c.)
3. Monumento ad Enrico Toti (1922)
4. Dazzi e Piacentini (1923 – 1931)
5. Sogno di bimba (1926)
6. Cavallino (1926)
7. Cerbiatto Morente (1930)
8. Ritratto della Contessina Mary Jeanne de Bertaux (1930 c.)
9. I costruttori (1930 c.)
10. Ritratto della signorina Adriana Ceci (1930 c.)
11. Monumento al ferroviere (1930 c.)
12. Bambina al mare, Gegè (1930)
13. Testa di africano (1930 c.)
14. Testa con copricapo a bocca chiusa (1930 c.)
15. Adolescente (1935)
16. Agnellino (1936)
17. La Vittoria che calpesta il nemico (1937)
18. Testa di cinese per la Stele Marconiana (1939 c.)
19. L’aviatore (Ritratto di Bruno Mussolini) (1941)
20. Storia delle Genesi (1950 c.)
21. Obelisco di Marconi (1959)

Dazzi Arturo Pittore Opere

Dipinti:

1. Gazzelle (1930)
2. Ritratto di Cavalier Triscornia (1930)
3. Al Cinquale (1930)
4. Bagnante con cappellino (1932)
5. Bimba con agnelli (1935)
6. Barca sulla spiaggia (1932)
7. Dopo la pioggia (1932)
8. Giovinetta (1935)
9. Sul fiume in Versilia (1935)
10. Toro con buoi (1940 c.)
11. Uccelli con frutta (1950 c.)
12. Pesci con conchiglie (1955)
13. Seppia (1960 c.)
14. Pesci sul profondo rosso (1962)
15. Natura morta (1965)