Il vasto repertorio artistico di Emilio Longoni è predominantemente costituito da dipinti, tessendo una narrativa visiva che spazia tra diverse correnti e tematiche. La sua firma artistica è distintamente riconoscibile per lo stile divisionista, un movimento pittorico che ha lasciato un’impronta indelebile sulla sua produzione, focalizzandosi principalmente su paesaggi alpini, ma senza trascurare i temi veristi o le rappresentazioni preraffaellite. La versatilità del pittore lombardo emerge nel suo abile intreccio di diverse correnti, unendo la sua padronanza del divisionismo con incursioni in stili artistici diversi.

Il valore di mercato delle opere di Longoni può variare notevolmente in base a diversi fattori, tra cui la natura del lavoro, le dimensioni e la sua condizione di completamento. I bozzetti, gli studi e le opere incompiute, che conservano la spontaneità e l’essenza del processo creativo, presentano valutazioni che oscillano tra €4.000 e oltre €10.000. D’altra parte, i dipinti finiti, espressione della maestria compiuta dell’artista godono di prezzi superiori. Le quotazioni di Emilio Longoni per i dipinti compiuti spaziano da €10.000 a oltre €45.000.

Particolarmente ricercati sono i dipinti divisionisti di Longoni, che rappresentano un nucleo centrale delle sue creazioni e che contribuiscono significativamente alla sua fama artistica. Tuttavia, va sottolineato che il pittore non si è limitato a un’unica corrente artistica; ha dimostrato la sua abilità attraverso opere splendide e distintive, esplorando diversi stili e approcci artistici con grande maestria.

Un dato di notevole interesse è il suo record di vendita personale, raggiunto nel 2007 con una natura morta dalle dimensioni di 63 x 110 cm, che ha raggiunto l’impressionante cifra di circa €235.000. Tuttavia, è importante sottolineare che questi valori di mercato sono puramente indicativi e dovrebbero essere approfonditi attraverso una valutazione specifica e gratuita della tua opera da parte di uno dei nostri esperti, specializzati nella pittura della fine del XIX secolo e, in particolare, nella vasta produzione di Emilio Longoni.

Emilio Longoni Studio dei Prezzi e Valori di Mercato

Emilio Longoni emerge come una figura di spicco nell’ambito della pittura italiana tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, distinguendosi come uno dei maestri più rinomati e competenti del movimento divisionista, con una particolare risonanza nella corrente lombarda. La sua contribuzione artistica, articolata attraverso svariati stili e temi, testimonia la sua versatilità e la sua influenza duratura nel panorama artistico italiano.

Il cuore della pittura di Longoni risiede nell’estetica divisionista, un movimento che ha trovato in lui uno dei suoi esponenti più significativi. Le sue opere, prevalentemente incentrate su soggetti come i suggestivi paesaggi alpini, ma anche temi veristi e rappresentazioni preraffaellite, attingono da diverse correnti pittoriche, consegnando al mondo dell’arte un affascinante connubio di stili. La sua abilità nel coniugare il divisionismo con varie influenze testimonia una profonda comprensione e padronanza delle tecniche artistiche.

Esplorare l’andamento dei valori di mercato delle opere di Emilio Longoni rappresenta un’impresa complessa, data la mutevolezza dettata dalla fase specifica della sua carriera. Le prime opere, ancorate a uno stile più accademico, hanno subito un calo di valori medio nel corso del tempo, una dinamica comune nelle fasi iniziali della carriera di molti artisti. Tuttavia, le sue opere divisioniste hanno generalmente mantenuto valori costanti, con solo un leggero decremento, che può essere attribuito a un interesse più generale verso la pittura ottocentesca.

È interessante notare che, se da un lato opere dal carattere preraffaellita e simbolista hanno risentito di un aumento di valore, questo può essere interpretato come un riflesso di una crescente attenzione e rivalutazione di determinati stili artistici. La mutevolezza dei valori di mercato rispecchia anche i cambiamenti nelle preferenze e negli interessi collettivi degli appassionati d’arte, sottolineando l’importanza di contestualizzare ogni opera nel contesto più ampio della carriera dell’artista.

In definitiva, l’opera di Emilio Longoni si presenta come un affascinante intreccio di stili e correnti, e l’analisi dei valori di mercato si rivela essere un percorso intricato, modellato dalla temporalità delle opere e dall’evoluzione del gusto artistico nel corso del tempo. La valutazione accurata delle sue opere richiede un’approfondita comprensione del contesto storico-artistico e una considerazione attenta delle singole caratteristiche di ciascun pezzo.

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Emilio Longoni Vendita ed Acquisto

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Emilio Longoni In Vendita

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Biografia di Emilio Longoni Pittore

Emilio Longoni, figura eminente nell’ambito dell’arte italiana della fine dell’Ottocento e del primo Novecento, vide la luce il 9 luglio 1859 a Barlassina, un piccolo centro nei pressi di Seveso, nella pittoresca Brianza. La sua famiglia, numerosa e di umili origini, contribuì in modo determinante a plasmare la sua personalità e il suo percorso artistico. Il padre, Matteo, ex garibaldino e maniscalco di mestiere, e la madre, Luigia Meroni, sarta di grande abilità, si trovavano a fronteggiare le sfide economiche di un’epoca difficile.

La sua giovinezza fu caratterizzata da un precoce distacco familiare, affidato a un “sensale di vini” a Milano. Tuttavia, la vita nella metropoli milanese gli riservò una serie di esperienze e incontri che avrebbero plasmato il suo destino artistico. Svolse svariati mestieri, tra cui quello di decoratore di cartelloni da piazza e di giocattoli di cartapesta, sotto la guida del pittore Faustino Colombo. Ma la sua sete di conoscenza lo portò a frequentare i corsi dell’Accademia di Brera dal 1876 al 1880, dove studiò con maestri del calibro di Raffaele Casnedi e Giuseppe Bertini, guadagnandosi ben tredici medaglie.

Verso il 1881, Emilio Longoni trascorse alcuni mesi a Napoli, entrando in contatto con l’artista Domenico Morelli e sperimentando nuovi orizzonti. Lavorò anche come verniciatore di bastimenti, ampliando così il suo bagaglio di esperienze. Nel 1880, le sue opere esposte alla Mostra di Brera catturarono l’attenzione di Vittore Grubicy, che siglò con lui un contratto di collaborazione per la sua Galleria d’Arte. Grubicy, desideroso di formare un gruppo di artisti devoti alla ricerca cromatica inaugurata da Tranquillo Cremona, garantì loro sostegno economico in cambio delle loro opere.

Gli anni tra il 1882e il 1984 videro la collaborazione con Giovanni Segantini in Brianza, un periodo caratterizzato da uno scambio fecondo di idee e temi artistici. Tuttavia, il suo legame e Grubicy si interruppe quando alcuni quadri di Emilio Longoni furono erroneamente attribuiti a Segantini, spingendo il pittore a sciogliere il contratto e tornare a Milano nel 1885. In seguito, trascorse un anno a Ghiffa presso la casa Torelli, entrando in contatto con artisti come Paolo Troubetzkoy e Daniele Ranzoni.

Il 1890 segnò un punto di svolta nella vita e nell’arte di Longoni, quando incontrò Gustavo Macchi, impresario e librettista. Macchi lo introdusse alle correnti culturali europee, proponendogli la lettura di Marx e Nietzsche e mettendolo in contatto con un gruppo di intellettuali socialisti, incluso l’avvocato Luigi Majno e il poeta-operaio Pompeo Bettini. Queste nuove amicizie ispirarono le prime opere del pittore lombardo a tematica sociale, suscitando l’attenzione della polizia, che lo considerava “il pittore degli anarchici”.

Il 1891 segnò l’inizio dell’esplorazione della tecnica divisionista da parte di Emilio Longoni, con opere come “L’oratore dello sciopero” esposto alla Triennale e le più mature “Riflessioni di un affamato”. Il Divisionismo divenne una costante nella sua produzione, anche se senza sistematicità ed esclusività. Nel 1897, realizzò gli affreschi per la cappella funeraria della famiglia Piatti nel cimitero vecchio di Velate di Varese, su progetto di Ludovico Pogliaghi.

Tra gli anni 1900 e 1905, Emilio Longoni introdusse elementi simbolisti nella sua pittura, con pastelli che richiamavano un tardo Preraffaellismo arricchito da accenni accademici. Dal 1905, la sua pittura si liberò degli spunti letterari per concentrarsi sul tema della montagna, esplorando il paesaggio attraverso una tecnica divisionista attenta e meticolosa. Nel 1906, conobbe il giovane Carlo Carrà, descrivendolo come un appassionato lettore di Schopenhauer e un fervente sostenitore del buddhismo.

Nei decenni successivi, Emilio Longoni si distaccò gradualmente dall’impegno sociale e umanitario, orientando la sua arte verso una dimensione emotiva religiosa e quasi mistica. I suoi ultimi lavori si concentrarono sugli studi dell’atmosfera e sulla trasformazione della natura nelle diverse fasi del giorno e della notte. Tra gli anni ’20 e ’30, perseguì l’obiettivo di smaterializzare il colore-luce nei paesaggi montani, ormai irraggiungibili per lui.

Il suo carattere chiuso e il rigoroso impegno morale lo portarono a scontrarsi con diversi personaggi della scena culturale dell’epoca, tra cui i critici Luigi Archinti e Ugo Ojetti. Nel 1928, sposò Fiorenza De Gasperi, sua compagna da molti anni. Emilio Longoni, il pittore che aveva iniziato la sua carriera in una Milano in fermento sociale, si spense il 29 novembre 1932, testimone delle trasformazioni culturali e artistiche di un periodo cruciale della storia italiana.

Emilio Longoni Opere – Stile e Caratteristiche

L’Opera di Emilio Longoni – La Luce dei Paesaggi Montani e la Trascendenza Divisionista

Emilio Longoni, attraverso la sua lunga e prolifica carriera artistica, ha prodotto un corpus di opere che riflettono la sua evoluzione stilistica e il suo incessante desiderio di esplorare nuovi territori espressivi. Le sue prime opere, predominantemente ritratti e paesaggi, erano ancorate a una pittura accademica e caratterizzate da tonalità scure, riflettendo forse l’influenza delle correnti artistiche prevalenti nella Milano dell’epoca.

Tuttavia, la sua arte subì una trasformazione significativa quando ottenne commissioni per ritrarre personaggi dell’aristocrazia milanese, spingendolo a adottare gli stili della Scapigliatura, un movimento artistico caratterizzato dalla ribellione contro le convenzioni accademiche e dall’esplorazione di nuove modalità espressive. Queste opere, influenzate dalla Scapigliatura, testimoniano la capacità di Emilio Longoni di adattare il suo stile alle esigenze e ai gusti dei suoi committenti.

Il periodo tra il 1887 e il 1890 lo vide dedicarsi a soggetti di genere e a composizioni di natura morta, ampliando ulteriormente il suo repertorio tematico. Fu in questo contesto che iniziò a esplorare la tecnica divisionista nei suoi ritratti, scomponendo la luce e il colore in piccoli tocchi distinti. Tuttavia, è dal 1895 che Emilio Longoni inizia a sviluppare una connessione più profonda con la natura, specializzandosi nella pittura di paesaggi.

Il suo amore per i paesaggi lo portò a trascorrere periodi prolungati in montagna, dipingendo en plein air nelle solitarie altitudini delle Alpi. Questo fu un periodo cruciale per il pittore lombardo, poiché il tema alpestre divenne l’occasione per studiare gli effetti della luce e per approfondire la sua tecnica divisionista. La sua abilità nel scomporre cromaticamente i paesaggi attraverso tocchi mirati e la maestria nel catturare la luce naturale riflettono la sua dedizione alla ricerca artistica e la sua capacità di evolversi continuamente.

Nei primi anni del 1900, Emilio Longoni introdusse elementi simbolisti nella sua pittura, manifestati attraverso pastelli che rivelano un tardo Preraffaellismo con reminiscenze accademiche. Tuttavia, dal 1905, la sua pittura si emancipò dagli spunti letterari, concentrandosi invece sull’esplorazione del tema della montagna come esperienza di puro paesaggio. Il paesaggio montano divenne la tela su cui esplorò in modo attento e meticoloso la tecnica divisionista, scomponendo la luce e il colore in una vibrante sinfonia di tonalità.

Gli ultimi lavori di Longoni, realizzati tra gli anni ’20 e ’30, testimoniano il suo tentativo di spingere gli estremi nella smaterializzazione del colore-luce nei paesaggi montani, ormai per lui irraggiungibili. Questi paesaggi sono permeati da una spiritualità e una trascendenza uniche, manifestate attraverso una leggerezza luminosa nel tocco e nell’uso dei materiali. La sua pittura si trasforma in una forma di espressione quasi mistica, in cui cerca di catturare non solo la bellezza visiva del paesaggio, ma anche la sua essenza spirituale.

In sintesi, le opere di Emilio Longoni narrano un viaggio artistico ricco e complesso, caratterizzato da una continua ricerca di nuove possibilità espressive e una profonda connessione con la natura. La sua evoluzione stilistica, dalla pittura accademica alle sperimentazioni divisioniste e simboliste, culmina in paesaggi intrisi di spiritualità e luce, che costituiscono un importante contributo al panorama dell’arte italiana dell’inizio del Novecento.

Emilio Longoni Dipinti

1. Natura morta con frutta candida e caramelle, studio dal vero (1887)
2. Chiuso fuori dalla scuola (1888)
3. La venditrice di frutta (1891)
4. Il pulcino (1891)
5. L’oratore dello sciopero (1891)
6. Riflessioni di un affamato (1895)
7. Piano del Tivano (1896)
8. Angelo del dolore (1897)
9. Primavera della vita, le rose (1899)
10. Mattino (1899)
11. La voce del ruscello (1902/03)
12. Trasparenze alpine (1910)
13. Primavera in alta montagna (1912)
14. Paesaggio in Valtellina
15. La sorgente in montagna

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