Il corpus di opere di Filippo Anivitti è composto principalmente da acquerelli e da un numero inferiore di dipinti ad olio. Si distingue per la sua straordinaria capacità di catturare la bellezza della natura attraverso i suoi dipinti, principalmente acquerelli. Il suo sguardo attento e la sua maestria artistica si concentrano sulla campagna romana, sulle suggestive paludi pontine e sugli affascinanti scorci di Roma.

Le quotazioni di Filippo Anivitti per le opere su carta variano in media da €200 a €500, riflettendo il valore e l’apprezzamento per il suo contributo artistico. Nel caso delle opere ad olio, si registra un leggero aumento nei prezzi, che si attestano tra €500 e €1.000. Tuttavia, è interessante notare che il punto culminante delle vendite per Anivitti risale al 1991, un decennio che ha visto una forte domanda per le sue opere. In quell’anno, il dipinto “Venditori di fiori a Piazza di Spagna” fu ceduto per circa €10.950, rappresentando il suo risultato di vendita personale più elevato.

Tuttavia, è fondamentale riconoscere che i risultati attuali di vendita delle opere di Anivitti riflettono un significativo decremento nei valori, in parte dovuto alle fluttuazioni del mercato e ad altri fattori influenti. È essenziale considerare che la valutazione delle opere d’arte è un processo complesso, e variabili come la qualità dell’opera, il soggetto rappresentato e il contesto storico possono influenzare notevolmente la stima del valore di mercato.

È cruciale sottolineare che i parametri di valutazione forniti sono indicativi e non esaustivi. Per ottenere una stima più precisa e approfondita, consigliamo di usufruire della valutazione gratuita da parte dei nostri esperti del gruppo “XXV della Campagna Romana”. I nostri esperti, con una conoscenza approfondita delle opere di Filippo Anivitti, saranno in grado di considerare tutti gli elementi rilevanti e fornire una valutazione accurata basata su parametri attuali e specifici del mercato dell’arte.

Filippo Anivitti Valore Opere

Filippo Anivitti, figura di rilievo all’interno del prestigioso gruppo di artisti “XXV della Campagna Romana“, ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama artistico grazie alla sua abilità unica nel catturare la bellezza della campagna romana, delle paludi pontine e degli incantevoli scorci della Città Eterna. La sua maestria artistica, espressa principalmente attraverso acquerelli, è stata un contributo distintivo a un movimento artistico ricco di talento e innovazione.

Tuttavia, è inevitabile considerare l’evoluzione dei valori di mercato delle opere di Anivitti nel corso del tempo. Attualmente, si registra un decremento significativo nei risultati di vendita e nei prezzi delle opere, riflettendo dinamiche di mercato mutevoli e influenze esterne. Questa tendenza è particolarmente evidente nelle quotazioni delle opere su carta.

È interessante notare che i prezzi dei molti acquerelli di Filippo Anivitti sono oggi accessibili a un pubblico più ampio rispetto agli anni passati, offrendo agli appassionati d’arte l’opportunità di possedere un pezzo unico senza dover affrontare cifre proibitive. Questa democratizzazione dell’accesso alle sue opere d’arte, sebbene rifletta una diminuzione dei valori di mercato, può essere vista come un’opportunità per gli amanti dell’arte di apprezzare e collezionare il lavoro di questo maestro della pittura paesaggistica.

È importante sottolineare che, nonostante la generale diminuzione dei valori di mercato nel contesto dei pittori dei “XXV della Campagna Romana”, esistono alcune eccezioni. I quadri ad olio di grandi dimensioni, specialmente quelli che raffigurano vedute panoramiche di Roma o luoghi circostanti di interesse, possono conservare valori superiori alla media. Queste opere, grazie alla loro rilevanza e all’abilità di Filippo Anivitti nel catturare la magia di questi luoghi, possono ancora essere oggetto di interesse e apprezzamento da parte di collezionisti e appassionati.

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È importante comprendere che la valutazione di un’opera d’arte è un processo complesso che richiede l’intervento di esperti del settore. La nostra analisi terrà conto della qualità artistica dell’opera, dello studio del soggetto raffigurato, nonché dell’importanza generale dell’opera stessa. Inoltre, considereremo l’attuale trend di mercato, tenendo presente che i valori delle opere di vedutisti della campagna romana del primo Novecento, tra cui Anivitti, hanno subito un decremento significativo.

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Potrebbero essere presenti non solo opere di Filippo Anivitti, ma anche di altri artisti dei “XXV della Campagna Romana”. Tra le nostre acquisizioni più recenti potrebbero figurare quadri e sculture di pittori italiani dell’Ottocento e del XX secolo, o di artisti internazionali che hanno lasciato il loro segno in Italia.

Biografia di Filippo Anivitti Pittore

Filippo Anivitti, figura di spicco nell’ambito dell’arte italiana del XX secolo, vide la luce a Roma il 4 dicembre 1876. Il suo percorso artistico si sviluppò sin dagli esordi, quando varcò i cancelli dell’Istituto di Belle Arti di Roma nel 1893, unendo la sua anima creativa a quella del maestro Filippo Prosperi, titolare della cattedra di figura.

Un periodo formativo che abbracciò gli anni fino al 1899, segnando le fondamenta della sua futura maestria. Il corso serale di decorazione presso l’Istituto Artistico Industriale, sotto la guida di Alessandro Morani, rappresentò un ulteriore capitolo nella sua crescita artistica, una fase in cui le influenze del divisionismo iniziale si fusero con le nuove prospettive offerte da Morani e l’influenza di Onorato Carlandi.

La sua evoluzione artistica fu rapida e sorprendente. Anivitti, spinto dalla tecnica divisionista, perfezionò la sua sensibilità cromatica. Tuttavia, non si fermò qui: navigando nelle acque dell’arte, sperimentò la pittura dal vero della campagna romana, dimostrando padronanza tecnica e un’esecuzione rapida quanto incantevole. L’influenza di Onorato Carlandi si fece sentire, amplificando la sua accesa sensibilità e portandolo a diventare parte del prestigioso “Gruppo dei XXV della Campagna Romana“.

Questo gruppo, che annoverava talenti come Cesare Biseo, Duilio Cambellotti, Giulio Aristide Sartorio e Enrico Coleman, lo accettò tra le sue fila, conferendogli anche l’appellativo di “orso” a causa del suo carattere apparentemente poco socievole. Nel 1917, Filippo Anivitti varcò un altro importante confine, unendosi alla Società degli Acquerellisti, sottolineando la sua versatilità artistica. La sua predilezione per le vedute ariose della campagna romana, delle paludi pontine e degli scorci di Roma caratterizzò gran parte della sua produzione artistica. La “regina viarum,” l’antica Via Appia, divenne per lui un luogo privilegiato dell’anima, esplorato in ogni dettaglio, con connotazioni sempre originali.

Acquerellista superbo e altrettanto abile nei pastelli, Anivitti, nel corso della sua carriera, produsse un notevole numero di dipinti ad olio, specialmente nell’ultimo periodo. Problemi alla vista limitarono il sottile gioco delle velature proprie dell’acquarello, ma ciò non impedì al pittore di esprimere la sua genialità attraverso altri mezzi. La sua versatilità artistica si estese anche alla figura e al ritratto, dimostrando ancora una volta la sua abilità eclettica.

Nella seconda decade del Novecento, la casa editrice Astro trasse ispirazione dai suoi acquarelli, producendo una serie di cartoline di lusso. Queste, raffiguranti i panorami più suggestivi della penisola, ottennero un notevole successo commerciale, contribuendo a consolidare la fama di Filippo Anivitti anche al di là degli ambienti artistici tradizionali.

La presenza costante alle mostre degli “Amatori e Cultori” dal 1900 al 1928, alle edizioni delle mostre della Società degli Acquerellisti Romani, alla Prima Secessione Romana nel 1913, alla Mostra Nazionale dei Grigioverdi a Napoli nel 1920, alla Biennale di Venezia del 1921, alle Biennali romane e alla Quadriennale del 1931, testimoniano l’impegno costante di Anivitti nel mondo dell’arte.

La sua figura è infine presente ad entrambe le mostre storiche dei “XXV” nel 1922 e nel 1942, sottolineando la sua continuità e la sua importanza nel panorama artistico del suo tempo. Filippo Anivitti si spense a Roma il 4 agosto 1955.

Filippo Anivitti Opere – Stile e Caratteristiche

Cromatismi della Via Appia: La Maestria Artistica di Filippo Anivitti nella Campagna Romana

Filippo Anivitti, rinomato artista, si distingue per la sua abilità nel catturare con maestria la bellezza della campagna romana, dimostrando una padronanza tecnica notevole e una rapidità nell’esecuzione che si sposa armoniosamente con la piacevolezza del risultato finale. La sua opera è permeata da una sensibilità accesa, che traspare in ogni dettaglio delle sue creazioni.

La sua abilità nell’acquerello è superba, e la sua maestria si estende anche ai pastelli, dimostrando una versatilità artistica notevole. Nonostante i problemi alla vista che ha affrontato nell’ultimo periodo della sua carriera, Anivitti ha continuato a esplorare nuovi orizzonti pittorici, lasciandosi guidare dalla sua innata sensibilità. Ne è risultato un corpus significativo di opere ad olio, che rappresentano una fase artistica diversa, ma altrettanto apprezzabile.

I suoi soggetti prediletti sono senza dubbio le vedute aperte della campagna romana e delle suggestive paludi pontine, gli scorci pittoreschi di Roma e, in particolare, quelli dell’antica Via Appia. Quest’ultima, definita la “regina viarum”, diventa per Anivitti una fonte inesauribile di ispirazione. L’artista esplora ogni suo anfratto, cogliendone gli angoli più suggestivi e donando loro connotazioni sempre originali. La Via Appia diventa così un luogo privilegiato dell’anima di Anivitti, dove si manifesta la sua profonda connessione con il paesaggio e la storia.

La sua versatilità artistica si esprime anche nella dedizione alla figura e al ritratto, ambiti in cui Anivitti ottiene risultati di notevole rilievo. La sua capacità di catturare non solo la bellezza estetica, ma anche l’essenza e l’anima dei suoi soggetti, testimonia la profondità del suo talento artistico.

Ecco alcune delle sue opere più conosciute:

1. Cipressi a Villa d’Este (1909)
2. La piazza del paese (1915)
3. Il Tevere alla Magliana (1915)
4. Scorcio di Capri con i Faraglioni (1920)
5. Venditori di fiori a Piazza di Spagna
6. Casolari nella Campagna Romana
7. Il Tevere a Fiumicino
8. L’Appia Antica
9. Pascolo nella Campagna Romana

Filippo Anivitti Firma