Licini Osvaldo

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Osvaldo Licini

OSVALDO LICINI QUOTAZIONI

Le quotazioni di Osvaldo Licini rappresentano un’informazione preziosa per i possessori di una sua opera. La produzione dell’artista è principalmente composta da dipinti, che attraversano diversi stili e fasi concettuali. Inizialmente vicino a un figurativismo novecentesco, raggiunse la sua maturità artistica con opere astratte, animate da personaggi fantastici ed enigmatici.

Prezzi Correnti delle Opere

Diversi fattori chiave influenzano le quotazioni delle opere di Osvaldo Licini, come il periodo di esecuzione, le dimensioni e la rilevanza all’interno della sua produzione. Sebbene sia complesso stabilire parametri fissi, grazie alla nostra conoscenza approfondita dell’artista possiamo offrire alcune quotazioni indicative.

Le opere su carta di Licini hanno generalmente una valutazione che va dai €2.000 ai €10.000, rappresentando una parte più accessibile della sua produzione rispetto ad altre tipologie. I suoi dipinti a olio, il cuore della sua opera, hanno quotazioni che vanno generalmente dai €10.000 fino a superare i €40.000, a seconda di diverse caratteristiche.

Il record di vendita per un’opera di questo artista marchigiano è attualmente di €427.500, somma rilevante raggiunta nel 2008 con il dipinto significativo Amalassunta su fondo rosso chiaro (1949), di dimensioni 80 x 100 cm. Questo risultato, oggi la miglior vendita per una sua creazione, evidenzia l’interesse verso le opere della sua ultima fase e i valori che possono raggiungere i suoi capolavori.

Va ricordato, tuttavia, che le quotazioni fornite per le opere di Osvaldo Licini sono indicative e soggette a variazioni. Per una valutazione specifica della tua opera, è consigliabile consultare direttamente i nostri esperti, specializzati nella sua produzione.

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Osvaldi Licini Quotazioni, Prezzi e Valore Opere

Approfondimento sul Mercato dell’Opera di Osvaldo Licini

Osvaldo Licini ha attraversato un percorso artistico caratterizzato da straordinaria versatilità, muovendosi tra stili, tecniche e movimenti diversi. La sua carriera inizia con una pittura legata al ritorno all’ordine, come evidenziato dalle sue prime mostre con il gruppo Novecento e con “Les Italiens de Paris“. Tuttavia, non si è mai lasciato confinare da una singola corrente: ha saputo evolvere e sperimentare, diventando una figura di spicco dell’astrattismo geometrico italiano.

Questo periodo rappresenta un passaggio fondamentale nella sua evoluzione, in cui il pittore contribuisce a dare forma al linguaggio visivo dell’astrazione italiana. Con il tempo,  sviluppa un proprio linguaggio distintivo, unico, che si caratterizza per l’audacia con cui utilizza il colore e la forma, capaci di trasmettere emozioni intense e immediate. Le sue opere della maturità, animate da figure fantastiche e enigmatiche, hanno una particolare rilevanza sul mercato dell’arte: vi si legge una sorta di poesia visiva, in cui colori e tratti si fondono per creare una bellezza intrisa di profondità emotiva.

Definire le quotazioni di Licini è tutt’altro che semplice, data la variabilità del mercato e l’alternarsi di fluttuazioni nel tempo. In linea generale, le sue opere mantengono valori elevati e stabili, ma alcune riscuotono maggiore successo rispetto ad altre, in base a fattori come qualità artistica, dimensioni, tecnica, datazione e storia dell’opera.

Per valutare con accuratezza un’opera di Osvaldo Licini, è quindi fondamentale considerare un insieme di fattori che ne determinano tanto il valore artistico quanto quello commerciale. Solo una conoscenza approfondita del pittore e delle sue dinamiche di mercato permette di stimarne adeguatamente il valore attuale.

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Per ottenere la tua stima, inviaci fotografie dell’opera – fronte, retro, firma e dettagli da diverse angolazioni – e le sue dimensioni. Allegare documentazione o certificati in tuo possesso è sempre utile. Puoi inviare il tutto tramite WhatsApp, email o compilando il modulo di contatto a fondo pagina.

La nostra stima sarà basata su un’analisi attenta del mercato e delle quotazioni correnti di Osvaldo Licini. I nostri esperti, specializzati nella pittura del Novecento, tra cui le correnti di ritorno all’ordine e l’astrattismo geometrico, sono costantemente aggiornati sui risultati di vendita e sulle tendenze collezionistiche di tale mercato.

Con una profonda conoscenza della produzione artistica di Osvaldo Licini, dal figurativo delle prime opere al linguaggio astratto e simbolico della maturità, possiamo offrirti una valutazione accurata della tua opera.

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Osvaldo Licini Vendita ed Acquisto

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Osvaldo Licini, celebre artista del XX secolo, è stato una figura di spicco della pittura italiana di metà Novecento. Da anni siamo interessati ad acquisire i suoi dipinti più significativi, selezionandoli direttamente da collezioni private.

Siamo particolarmente attratti dalle sue prime opere di stampo novecentesco, così come dai lavori semi-astratti della maturità, caratterizzati da figure e simboli enigmatici come l’iconica “Amalassunta” e “Angelo Ribelle”. Cerchiamo in generale tutte le opere di Licini che rappresentino al meglio il suo stile distintivo.

Per avviare il processo, inviaci fotografie chiare dell’opera – fronte, retro e firma – con le relative dimensioni e qualsiasi informazione aggiuntiva che possa essere utile per una valutazione accurata. Garantiamo la massima riservatezza e discrezione in ogni fase della trattativa.

Puoi contattarci via WhatsApp, e-mail o attraverso il modulo di contatto. Una volta ricevute le informazioni, i nostri esperti del Novecento, con esperienza nelle correnti figurative degli anni ’20 e nell’astrazione geometrica di Licini, procederanno alla valutazione e ti proporranno un’offerta in linea con le quotazioni correnti.

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Osvaldo Licini In Vendita

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Biografia di Osvaldo Licini Pittore

Nasce il 22 marzo 1894 nel tranquillo borgo di Monte Vidon Corrado, immerso tra le dolci colline delle Marche. Figlio di Vincenzo e Amedea Corazza, il giovane Osvaldo Licini cresce in un contesto familiare che, seppur radicato nelle tradizioni italiane, attinge ispirazione e vitalità dalla fervente atmosfera culturale parigina.

Mentre i suoi genitori perseguono le loro attività a Parigi, il giovane Osvaldo trascorre i primi anni della sua vita sotto le cure amorevoli del nonno nel pittoresco paese di origine. È qui che sboccia la sua passione per l’arte, un amore destinato a plasmare il suo destino in modi imprevedibili e sorprendenti.

Animato da un’incontenibile sete di conoscenza e creatività, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Bologna, un crocevia di talenti e idee che lo introduce al mondo dell’arte con tutte le sue sfumature e complessità. È durante questo percorso formativo che incrocia la strada di altri giovani promettenti, tra cui il celebre Giorgio Morandi, con il quale condivide lezione, esperienze e aspirazioni artistiche.

Il fermento culturale del tempo porta Licini a entrare in contatto con il movimento futurista di Filippo Tommaso Marinetti, che agita le acque dell’estetica tradizionale con le sue idee rivoluzionarie sull’arte e la modernità. Pur mantenendo una certa distanza dal futurismo, ne assorbe lo spirito innovativo e la voglia di sperimentare nuove forme espressive.

Il suo debutto ufficiale nel mondo dell’arte avviene nel 1914, quando partecipa a una mostra collettiva minore a Bologna, mettendo in mostra il suo talento emergente di fronte al pubblico e alla critica. Tuttavia, il destino riserva al giovane artista una prova ben più impegnativa: lo scoppio della Prima Guerra Mondiale.

Osvaldo Licini, come molti altri giovani della sua generazione, si trova catapultato nel vortice del conflitto, dove affronta non solo le ferite fisiche della battaglia ma anche le profonde cicatrici dell’anima. Durante un’azione bellica, subisce una grave ferita alla gamba che lo segnerà per il resto della vita, ma è proprio in quel momento di buio e disperazione che incontra la luce che cambierà per sempre il suo destino: l’infermiera Beatrice Müller.

Beatrice diventa non solo la sua guida durante il difficile percorso di riabilitazione, ma anche la compagna e la madre della sua prima figlia. È grazie a lei che Licini trova la forza di affrontare le avversità e di continuare a coltivare la sua passione per l’arte, nonostante le sfide e le difficoltà che la vita gli riserva.

Il periodo di convalescenza diventa un’opportunità per esplorare nuovi orizzonti e per immergersi nelle atmosfere vibranti della Parigi artistica degli anni ’20. Nella capitale francese, cuore pulsante dell’arte moderna, Osvaldo Licini entra in contatto con i grandi maestri del tempo, da Pablo Picasso ad Amedeo Modigliani, da cui trae ispirazione e stimoli creativi.

La sua permanenza a Parigi si rivela fondamentale per la sua formazione artistica e per il suo sviluppo professionale. Partecipa attivamente alla vita culturale della città, esponendo le sue opere in diverse mostre e saloni, e stringendo legami significativi con altri artisti italiani e stranieri.

È in questo contesto che conosce Gian Emilio Malerba e Mario Tozzi, due figure di spicco della scena artistica milanese, che lo invitano a esporre alla prestigiosa Mostra del Novecento Italiano a Milano. L’evento segna un importante traguardo nella sua carriera, confermandolo come uno dei talenti emergenti dell’arte italiana del periodo.

Nel 1926, Osvaldo Licini decide di tornare alle sue radici, sposando Nanny Hellström e stabilendosi definitivamente nel suo amato paesino marchigiano. Tuttavia, il richiamo dell’arte e della cultura lo porta ancora una volta oltre i confini nazionali, con la partecipazione alla mostra “Les artistes italiens de Paris” nel 1928, assieme a Tozzi, Massimo Campigli, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Renato Paresce e Filippo de Pisis un’iniziativa volta a promuovere l’arte italiana all’estero.

Tornato in Italia, Osvaldo Licini continua a esporre le sue opere in numerose mostre nazionali ed internazionali, consolidando il suo ruolo di ambasciatore dell’arte italiana nel mondo. La sua ricerca artistica si evolve nel corso degli anni ’30, abbracciando l’astrattismo e entrando in contatto con l’ambiente culturale milanese, dove stringe legami significativi con artisti come Lucio Fontana, Atanasio Soldati e Fausto Melotti.

Nel 1941, Licini fonda il “Gruppo Primordiale Futurista” insieme ad altri artisti e letterati, un movimento che si propone di esplorare nuove frontiere dell’arte e della creatività. Il suo impegno artistico si accompagna a un profondo coinvolgimento nella vita della sua comunità, tanto che nel 1946 viene eletto sindaco di Monte Vidon Corrado, dimostrando la sua dedizione al benessere e allo sviluppo del suo amato paese.

Il riconoscimento internazionale arriva nel 1948, quando viene invitato alla prestigiosa Esposizione Biennale di Venezia, dove le sue opere vengono accolte con entusiasmo e ammirazione dalla critica e dal pubblico. La sua partecipazione alla Biennale diventa una tradizione, culminando nel 1958 con l’assegnazione di una sala personale, un tributo all’importanza e all’influenza duratura della sua arte.

La morte di Osvaldo Licini avviene nel suo amato Monte Vidon Corrado nell’ottobre del 1958.

Osvaldo Licini Opere – Stile e Caratteristiche

Caleidoscopio dell’Anima: Il Viaggio nell’Arte di Osvaldo Licini

Le prime esperienze artistiche di Osvaldo Licini nel fertile ambiente del primo decennio del XX secolo si distinguono per una pittura ancora incline alla figurazione, caratterizzata da un primitivismo che anticipa l’inquietudine di un’anima in cerca di espressione. Tuttavia, con l’avvicinarsi alla vibrante scena futurista e successivamente alle correnti d’avanguardia che permeano l’atmosfera culturale di Parigi, il suo percorso artistico subisce una significativa accelerazione.

Gli anni ’20 sono un periodo di cambiamento per Licini; la sua pittura prende un linguaggio che è più strettamente legato alle pulsioni del Novecento. Un ritorno all’ordine si osserva in una produzione artistica che incorpora nature morte, paesaggi e ritratti intrisi di ispirazione antica, declinati in una chiave di realismo individuale e pregnante di significati nascosti.

Ma verso la fine degli anni ’30 Licini inizia a esplorare aree più astratte, utilizzando forme geometriche che diventeranno un tratto distintivo della sua poetica artistica. L’abbandono graduale della rappresentazione figurativa segna l’inizio di un viaggio verso l’astrazione, un luogo ricco di suggestioni profonde e libertà espressiva.

Con la sovrapposizione di forme astratte a figure evocative che fluttuano nel regno dell’immaginazione, la sua ricerca artistica si arricchisce di simboli enigmatici e surreali. Licini esplora il mondo dell’emozione e del sogno attraverso la sua tavolozza dei colori, in particolare attraverso le tonalità blu intense che fungono da filo conduttore delle sue composizioni.

Le opere più mature di Licini sono un intricato intreccio di forme astratte e simboli, un caleidoscopio di segreti e enigmi che invita lo spettatore a immergersi nelle profondità della sua visione artistica. Tra i motivi ricorrenti, spicca la presenza dell'”Amalassunta“, la luna argentea, simbolo della regalità e del potere evocativo della luce lunare, centrale nelle sue opere più avanzate.

La sua ricerca artistica si articola in tre fasi distintive: dalla prima figurazione novecentesca, passando poi attraverso una sperimentazione con forme geometriche e astratte, fino ad arrivare alle opere più celebri, caratterizzate da atmosfere semi-astratte popolate da personaggi e simboli enigmatici e fantastici.

Quindi, il percorso artistico di Osvaldo Licini è un viaggio affascinante attraverso le varie facce dell’anima umana, un’indagine continua sull’essenza stessa dell’arte e sulla sua capacità di comunicare con il cuore e la mente dello spettatore.

Quadri

  1. Autoritratto giovanile (1913)
  2. Marina (1922)
  3. Cappellini (1924/25)
  4. Nudo (1925)
  5. Natura morta con arancia (1925)
  6. Volti femminili (1926/27)
  7. Ritmi rossi (1931)
  8. Personaggio in grigio (1944)
  9. Amalassunta su fondo rosso chiaro (1949)
  10. Croci viventi (1953)
  11. Angeli primo amore su fondo giallo (1955)
  12. Alba su fondo rosso (1956)
  13. Missile su fondo giallo (1954)
  14. Angelo Ribelle (1958)

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