RAFFAELE DE GRADA QUOTAZIONI
Il lasciato artistico di Raffaele De Grada è ampio e variegato, principalmente composta da dipinti ad olio (su tela o tavola) e da opere su carta, tra cui disegni e acquerelli. La sua produzione spazia soprattutto tra paesaggi, che possono ritrarre scorci di campagna o ambienti urbani, e nature morte, i suoi soggetti più comuni nel mercato d’arte.
Prezzi Correnti delle Sue Opere
Le quotazioni di Raffaele De Grada si differenziano principalmente in relazione alla tecnica utilizzata. Le sue opere su carta, che sono spesso bozzetti preparatori realizzati a matita su carta o ad acquerello, hanno valutazione intorno ai €300/400. Sono abbastanza comuni sul mercato ed hanno solitamente prezzi accessibili. Tuttavia, sono i dipinti ad olio su tela o tavola che costituiscono il nucleo centrale della sua opera.
In linea generale, i quadri ad olio Raffaele De Grada hanno quotazioni comprese tra i €500 ed i €2.000, con rari casi in cui superano tali parametri. Tra le opere più richieste del pittore milanese ci sono, senza dubbio, i paesaggi toscani degli anni ’20. Le sue rappresentazioni della pittoresca campagna toscana, che rispecchiano le caratteristiche dell’arte figurativa novecentesca, sono i lavori che raggiungono i prezzi relativamente più alti.
Il record di vendita per un dipinto di Raffaele De Grada è attualmente di €115.000, cifra importantissima raggiunta nel 2006 (periodo d’oro dell’artista in termini di quotazioni) per un dipinto raffigurante i Colli Toscani del 1927, con dimensioni di 65 x 69 cm. Tale risultato straordinario è notevolmente superiore alla seconda miglior vendita di un quadro del pittore milanese, è stato quindi un risultato fortunato ma che attesta ma l’apprezzamento rivolto ai suoi capolavori. Negli ultimi vent’anni, purtroppo, si è assistito a una diminuzione generale del valore medio delle opere di quest’artista.
Si ricorda che i parametri di valutazione forniti sono puramente indicativi. Per una stima specifica ed approfondita della tua opera di Raffaele De Grada è consigliabile consultarci.
QUOTAZIONI MEDIE:€1.000 - €2.000
VALORE OPERE SU CARTA
Le sue opere su carta, tra disegni e acquarelli, hanno stime mediamente intorno ai €300/400, porzione molto accessibile tra i suoi lavori.
VALORE DIPINTI AD OLIO
I dipinti ad olio di Raffaele De Grada hanno generalmente quotazioni comprese tra i €500 ed i €2.000, fatta eccezione per i suoi capolavori degli anni ’20 che raggiungono cifre superiori.
RECORD DI VENDITA
Il miglior risultato di vendita per un quadro di questo autore è attualmente di €115.000, importante cifra raggiunta nel 2006.
Raffaele De Grada Quotazioni, Prezzi e Valore Opere
Studio del Mercato e delle Quotazioni delle Opere di Raffaele De Grada
Raffaele De Grada è stata una figura importante della pittura italiana del Novecento, specialmente nell’arte figurativa tra le due guerre. La sua notorietà è strettamente legata alla sua abilità nell’affrescare scenari idilliaci della Campagna Toscana e alla sua partecipazione attiva alle prestigiose mostre del gruppo Novecento. Il suo contributo artistico è particolarmente riconosciuto per la capacità di catturare la bellezza intrinseca della natura e della vita rurale attraverso una prospettiva unica e una tecnica impeccabile.
Nel corso della sua carriera, Raffaele De Grada ha vissuto un periodo di grande prosperità nei valori di mercato delle sue opere, soprattutto dagli anni ’90 fino all’inizio degli anni 2000. Un apice che ha trovato il suo apogeo nel 2006, quando ha registrato il suo record personale di vendita. Tuttavia, il panorama artistico ha subito una trasformazione notevole, con un calo sostanziale degli interessi nei confronti della pittura figurativa del Novecento in generale.
Questo declino di interesse ha inevitabilmente influenzato le quotazioni delle opere di Raffale De Grada, che hanno subito un brusco calo. I valori medi attuali delle sue creazioni sono notevolmente inferiori rispetto al periodo di maggiore apprezzamento. Questa dinamica è spiegabile in parte dalla mutevole natura del mercato dell’arte, soggetto a fluttuazioni e cambiamenti di tendenze collettive.
È interessante notare che, nonostante la diminuzione generale dei valori di mercato, alcune categorie di opere di De Grada mantengono un appeal distintivo anche se con valori di mercato molto ridimensionati. In particolare, i paesaggi toscani di campagna degli anni ’20 costituiscono ancora le opere più ricercate e valutate, conservando la loro atemporalità.
In definitiva, l’opera di Raffaele De Grada, benché soggetta alle fluttuazioni del mercato e alle variazioni di gusto nel corso del tempo, continua a esercitare un fascino. La sua abilità nel catturare la bellezza senza tempo della Campagna Toscana e la sua maestria nell’esecuzione di nature morte complesse contribuiscono a preservare la sua opera.
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Raffaele De Grada Vendita ed Acquisto
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Raffaele De Grada In Vendita
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Tra le nostre recenti acquisizioni, potresti trovare anche dipinti o sculture di altri artisti, inclusi pittori italiani dell’Ottocento e del XX secolo, o artisti internazionali che hanno lasciato il loro segno nel contesto artistico italiano.
Biografia di Raffaele De Grada Pittore
Raffaele De Grada, nato a Milano nel 1885, fu il primogenito di Antonio e Teresa Amelotti, e cresciuto in una famiglia di cinque figli. La sua vita e la sua carriera artistica si svilupparono in modo significativo nel corso del XX secolo, testimoniando le sfide e le trasformazioni di un’epoca in rapido cambiamento.
Il 1919 segnò un punto di svolta nella vita di De Grada, quando abbandonò definitivamente la Svizzera per stabilirsi a San Gimignano, dove si era sposato con Magda Ceccarelli nel 1915. Questo fu un periodo di trasformazione sia a livello personale che artistico. La sua permanenza in Toscana contribuì notevolmente a definire uno stile pittorico distintivo, influenzato dalla sua osservazione attenta della natura, della luce e del colore.
L’infanzia di Raffaele De Grada fu segnata da uno spostamento in Svizzera nel 1889, una mossa che avrebbe avuto un impatto duraturo sulla sua vita e sulla sua arte. Fu in questo contesto che cominciò a sviluppare un interesse sempre più profondo per la pittura, con particolare attenzione alla tradizione toscana e all’influenza di artisti come Cézanne. Il suo approccio al paesaggio si trasformò in una rappresentazione “moderna, quasi geometrica, ma sempre legata alla natura e allo stato d’animo”.
Il periodo tra il 1920 e il 1930 fu caratterizzato da una fervente vita culturale a Firenze, dove Raffaele De Grada si immerse in un ambiente stimolante. La città ospitava luminari letterari come Eugenio Montale e artisti del calibro di Ardengo Soffici, Ottone Rosai e Libero Andreotti. Questi anni segnarono una fase cruciale nella sua evoluzione artistica, contribuendo a plasmare la sua visione e a consolidare il suo posto nella scena artistica italiana dell’epoca.
Dopo un lungo periodo trascorso in Toscana, Raffaele De Grada si trasferì a Milano alla fine degli anni Venti. Questo cambio di scenario lo portò a entrare in contatto diretto con l’effervescente ambiente artistico milanese, dove stabilì rapporti con figure come Margherita Sarfatti, critica d’arte, e artisti come Mario Sironi e Carlo Carrà, che lo apprezzarono e con i quali condivise idee e influenze.
La sua partecipazione alla I e alla II Mostra di Milano, insieme a numerose esposizioni all’estero tra il 1927 e il 1931, consolidò ulteriormente la sua reputazione internazionale. La sua esposizione nel 1930 alla galleria Pesaro, presentata da Aldo Carpi, fu un momento significativo di questo nuovo capitolo milanese. Fu presente anche alle edizioni della Biennale di Venezia degli anni Trenta, e nel 1932, la Biennale gli dedicò una mostra individuale di 20 opere, presentata nel catalogo da Giorgio Nicodemi.
Nel 1933 fece parte di un gruppo di artisti impegnati nella decorazione del prestigioso Palazzo dell’Arte di Milano, in occasione della Triennale. Il suo contributo all’Esposizione internazionale del Carnegie Institute di Pittsburgh nel 1935 evidenziò la sua crescente reputazione a livello internazionale.
Raffaele De Grada si rivelò un appassionato seguace di Cézanne, ma la sua ispirazione non si limitò a un’unica fonte. Studiò intensamente la pittura del Rinascimento toscano, fondendo gli elementi distintivi delle due influenze per creare un linguaggio artistico unico. Questa fusione di stili gli conferì la capacità di sintetizzare forme in modo accattivante, oltre a mostrare un rigore costruttivo che lo posizionò tra i novecentisti di spicco del suo tempo.
Mentre la sua permanenza artistica a Firenze fu ricca di ispirazione, la sua vita a Milano non fu altrettanto fortunata. La città non offriva lo stesso ambiente propizio alla creatività che aveva trovato nella capitale toscana. In aggiunta, le difficoltà economiche lo spinsero ad accettare la cattedra di disegno e figura all’Istituto Superiore d’Arte di Monza. Questa fase della sua carriera fu caratterizzata dalla collaborazione con altri artisti di grande talento, tra cui Arturo Martini, Marino Marini, Pio Semeghini e Achille Funi.
Tuttavia, la sua decisione di rifiutare di aderire al partito fascista ebbe conseguenze significative sulla sua carriera accademica. Questo atto di coerenza politica gli costò il posto di insegnante quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale. Nonostante le sfide e le pressioni, Raffaele De Grada mantenne la sua integrità artistica, rifuggendo dalle imposizioni ideologiche del regime fascista.
Il suo studio a Milano divenne un luogo di incontro per giovani artisti, attratti dalla sua visione innovativa e dalla sua apertura verso nuove idee. Tra questi artisti emergenti si annoverano nomi noti come Renato Guttuso, Renato Birolli e Giacomo Manzù, che trovarono ispirazione e guida nel contesto creativo offerto da De Grada.
Nel corso degli ultimi anni della sua vita, Raffaele De Grada bilanciò il suo tempo tra Milano e la Toscana, la terra che tanto amava e che aveva profondamente influenzato il suo approccio artistico. La sua scomparsa nel 1957 a Milano segnò la fine di una vita dedicata all’arte e alla ricerca della verità espressiva.
Raffaele De Grada Opere – Stile e Caratteristiche
La Pittura di Raffaele De Grada: Tra Maestria nei Paesaggi ed Evoluzione Cromatica
Il corpus artistico di Raffaele De Grada si manifesta prevalentemente attraverso la maestria dei suoi dipinti ad olio, concentrati principalmente sulle rappresentazioni di paesaggi, prevalentemente vedute e, più raramente, su altri soggetti quali nature morte. Il nucleo distintivo delle sue opere risiede in particolare nei paesaggi, inizialmente caratterizzati da suggestivi scenari innevati della Svizzera e delle Alpi, ma che successivamente si trasformano nei più celebri dipinti raffiguranti la pittoresca Campagna Toscana e i suoi pittoreschi paesini.
Alla base della pittura di De Grada si colloca un processo di riflessione attenta, un’intenzione profonda di organizzare le apparenze visive della realtà attraverso una solida strutturazione geometrica degli elementi. Questa caratteristica distintiva si riflette chiaramente nelle sue composizioni degli anni Venti, un periodo in cui l’artista ha consolidato il suo stile e ha sviluppato una particolare sensibilità per la forma e la struttura.
La sua pittura, nel corso degli anni, ha attraversato fasi evolutive, avviandosi successivamente verso la ricerca di colori essenziali e decisi. Nonostante questa transizione stilistica, De Grada ha saputo mantenere intatto il suo assoluto rigore plastico, una costante che permea la sua produzione artistica. La sua tavolozza si è gradualmente addolcita, immergendosi in toni velati di crepuscolare malinconia, una sottile melodia di colori che conferisce alle sue opere un’atmosfera particolare e suggestiva.
Quadri
Ecco alcune delle opere più note di Raffaele De Grada:
- Braun wald, Alpi Svizzere (1907)
- Bergün (Engadina) (1912)
- Le Alpi di Glarus (1913)
- Carrozzone abbandonato (1915)
- Paesaggio (1915)
- Paesaggio innevato (1915)
- La raccolta delle olive (1920)
- Porto (1925)
- Colli toscani (La valle di Santa Margherita a Montici) (1927)
- Mare di Sori (1935 c.)
- Aringhe sul tavolo (1940)
- Campagna toscana (Uliveto sotto Montignoso) (1942)
- Dintorni di Serravezza (1946)
- Stagno (1949)
- Paesaggio (1953)
- Neve (1959)
- Ponte degli Scopeti
- Chiesa in Toscana
- Natura morta con vaso di Delft, brocca e frutta
- Marzo