Le valutazioni per le opere uniche dell’artista Renato Mambor possono variare da €1.000 a oltre €20.000, a seconda di diversi fattori. Il record di vendita noto per un dipinto del pittore risale al 2006, riguardante un’opera realizzata nel 1967, e ha raggiunto un valore di circa €70.000. Il valore di un’opera di Mambor è influenzato da diversi elementi, tra cui la datazione, la tecnica utilizzata, la qualità artistica, le dimensioni e la storia dell’opera stessa.

In particolare, i quadri che ottengono valutazioni più elevate sono gli acrilici su tela o carta di grandi dimensioni realizzati negli anni ’60. Tuttavia, è importante sottolineare che queste stime sono indicative e sarebbe consigliabile approfondirle attraverso una valutazione specifica e gratuita dell’opera da parte di un nostro esperto dell’artista Renato Mambor.

Renato Mambor Quotazioni, Prezzi e Valori Opere

Criteri di Valutazione dei suoi Dipinti

La stima di un dipinto di Renato Mambor richiede una valutazione attenta di diversi fattori che contribuiscono al suo valore complessivo. Tra i principali fattori da considerare vi sono la datazione dell’opera, la qualità artistica, il soggetto rappresentato, le dimensioni, la provenienza, la storia e la conservazione.

Per molti collezionisti, le opere più ambite di Mambor risalgono agli anni ’60 e ’70, che sono considerati periodi di grande innovazione artistica nel panorama dell’arte del secondo dopoguerra. La datazione di un’opera può influenzarne il prezzo, poiché gli appassionati cercano spesso le prime creazioni dell’artista.

La qualità artistica è un altro aspetto fondamentale da considerare nella valutazione di un dipinto di Mambor. Questa si può definire attraverso l’uso dei colori e la composizione dell’opera stessa. Mambor è noto per la sua capacità di creare opere che utilizzano colori vibranti e una composizione dinamica, che può influire positivamente sul valore dell’opera.

I soggetti preferiti da Renato Mambor opere sono le sagome di figure umane. Le opere che presentano queste figure sono particolarmente ricercate dai collezionisti, in quanto rappresentano un elemento distintivo dello stile dell’artista.

La storia dell’opera, quindi eventuali mostre, pubblicazioni o esposizioni a cui l’opera ha preso parte, può influenzare positivamente il suo valore. La partecipazione a mostre importanti o la menzione in pubblicazioni di rilievo possono aumentare l’interesse e la richiesta per un’opera di Mambor.

Quando si valutano le opere su carta di Renato Mambor pittore, si applicano gli stessi parametri di valutazione. Tuttavia, c’è un fattore aggiuntivo da considerare: la tecnica utilizzata. Lo smalto acrilico è la tecnica preferita per le opere sue su carta, poiché permette di ottenere effetti cromatici vibranti. D’altra parte, i disegni a matita di Mambor possono essere considerati più come studi o bozzetti rispetto a opere finite, il che può influire negativamente sulla loro richiesta e valore sul mercato.

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Biografia di Renato Mambor Pittore

Nato il 4 dicembre 1936 a Roma. La sua giovinezza, figlio di un benzinaio, plasmò la sua visione artistica, trovando ispirazione nella segnaletica stradale, che divenne una delle prime sfide che affrontò con fervore creativo. Mambor si immerse nel mondo artistico sin da giovane, stringendo legami d’amicizia con talenti come Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Jannis Kounellis e altri, i quali si unirono in un collettivo noto come la Scuola di Piazza del Popolo, un nome che evoca la piazza che spesso del loro crocevia culturale.

La carriera artistica di Mambor prese avvio come pittore, ma il suo spirito eclettico e irrequieto presto lo portò ad abbracciare un vasto panorama di espressioni artistiche, spaziando dalla fotografia alla scultura, dal cinema alle performance, dalle installazioni al teatro. Già nel 1958, le sue prime opere pittoriche fecero la loro comparsa in un ambito premio, scatenando reazioni contraddittorie per la loro natura avanguardista, suscitando persino discussioni tra i suoi stessi amici artisti. Nel 1959, Mambor espose per la prima volta al pubblico presso la galleria “L’Appia Antica” a Roma, per poi continuare a esporre con grande successo nella celebre “La Tartaruga” negli anni ’60.

Durante gli effervescenti anni ’60, Mambor si cimentò nella fotografia e nel cinema, calcando i palcoscenici della settima arte in ruoli minori nel capolavoro di Federico Fellini, “La dolce vita“, e collaborando con importanti figure del cinema italiano. Fu in questo periodo che intraprese anche una significativa relazione sentimentale con l’affascinante attrice Paola Pitagora.

Nel 1966, Mambor decise di fare un balzo oltreoceano, trasferendosi negli Stati Uniti insieme all’artista Mario Ceroli. Fu lì che ebbe l’opportunità di studiare e immergersi nella Pop Art di Andy Warhol, anche se non si sentì mai del tutto in sintonia con il vivace e colorato stile di quella corrente artistica.

Mambor si stabilì a Milano, durante gli anni ’70, culla di creatività e avanguardia. Fu un periodo in cui il teatro diventò il suo regno, un’arena in cui esplorava le profondità dell’animo umano, concentrandosi sulle sfere cognitive, emotive e nervose dell’individuo all’interno di un contesto collettivo. Fu in questo contesto che incontrò l’anima affine di Patrizia Speciale, che sarebbe diventata sua collaboratrice e, in seguito, sua moglie, unendosi a lui in un viaggio creativo.

Dopo un periodo di pausa di circa dieci anni dalla pittura, Mambor decise di tornare alle sue radici, a quella passione artistica che lo aveva animato sin dall’inizio. Questa decisione potrebbe essere stata influenzata dai suoi problemi cardiaci, che lo spinsero a riflettere sulla vera essenza della sua arte. Così, riprese a dipingere e continuò a lavorare e a esporre le sue opere fino agli ultimi giorni della sua esistenza, lasciando dietro di sé un’eredità vivida e straordinaria.

Il 6 dicembre 2014, Renato Mambor si spense nella sua amata dimora romana.

Renato Mambor Opere – Stile e Caratteristiche

Oltre le convenzioni: L’Estetica Popolare di Renato Mambor e la Ricerca dell’Essenza Visiva

L’arte di Renato Mambor si distingue per la sua capacità di sfidare le convenzioni artistiche e di esplorare l’essenza stessa della rappresentazione visiva. Attraverso un’estetica popolare, ha rivoluzionato l’approccio all’arte informale, allontanandosi dall’enfasi drammatica tipica di quel movimento per abbracciare una prospettiva più personale e coinvolgente. Negli anni ’60, in particolare, ha intrapreso un viaggio di profonda introspezione, analizzando i codici linguistici e le icone della nascente società di massa.

Da queste riflessioni sono nate le sue famose opere “timbri”, in cui sagome antropomorfe venivano ripetute in modo quasi meccanico sulla tela, conferendo loro un carattere asettico e impersonale. Inoltre, Mambor ha creato immagini-icona in cui oggetti, persone e animali venivano rappresentati nella loro essenza più pura, distaccati dai loro contesti originali e collocati in ambientazioni illogiche e stranianti. Questo approccio evidenzia l’influenza dei corsi di cartellonismo e fotografia frequentati dal pittore, i quali hanno contribuito a conferire uno stile distintivo alle sue opere, caratterizzato dalla riduzione e semplificazione estrema delle forme.

Le immagini di Renato Mambor presentano oggetti tipici delle sue opere, come uomini, treni, letti, famiglie, alberi, macchine da scrivere o mezzi di trasporto, privati di ogni riferimento temporale o spaziale. Questo processo di astrazione, attraverso la rimozione dei colori naturali e delle linee grafiche complete, libera le figure dall’atmosfera pittorica che le lega solitamente al loro ambiente naturale, consentendo loro di esistere al di là delle convenzioni spazio-temporali.

Si potrebbe interpretare l’approccio di Mambor come un tentativo di scoprire ciò che rimane dell’oggetto una volta privato di ogni attributo storico della sua percezione visiva. Le sue opere diventano così simboli grafici di aneddoti senza un destino specifico, invitando lo spettatore a riflettere sulla natura mutevole della rappresentazione visiva e sulla nostra capacità di cogliere l’essenza dei nostri oggetti quotidiani al di là delle convenzioni temporali e spaziali.

In questo modo, l’opera di Renato Mambor apre le porte a una nuova comprensione del nostro mondo, spingendoci a esplorare la relazione tra forma e significato, tra oggetto e percezione, e a riflettere sulle molteplici sfaccettature della realtà che ci circonda.

Di seguito alcune delle sue opere più note:

1. Domenica (1963)
2. Stadio (1963)
3. La partita di pallone (1965)
4. La mano e il tavolo (1965)
5. Vola (1965)
6. Figure (1966)
7. Uomo torre (2006)
8. Spogliarsi (2008)
9. Naufragio con spettatori (2008)
10. Giochi proibiti (2010)
11. Acqua tranquilla (2012)