Immersa nella storia e circondata da un vasto spazio verde, la Villa Strohl Fern rappresenta un autentico gioiello dell’arte situato nella splendida città di Roma. Costruita tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, questa affascinante residenza ha ospitato numerosi artisti di fama internazionale, divenendo un luogo d’ispirazione per pittori, scultori, musicisti e letterati. Oggi, la villa è ampiamente riconosciuta come uno dei luoghi più emblematici della cosiddetta “Scuola Romana“, un movimento artistico di grande rilevanza nel panorama culturale italiano.
Sulla sinistra dell’ingresso principale di Villa Borghese, nel suggestivo piazzale Flaminio, sorgeva questa dimora avvolta da un’aura magica. Sin dal tardo XIX secolo, la residenza era conosciuta dagli artisti come un luogo speciale, un luogo che accarezzava l’ardente aspirazione di occupare uno dei suoi numerosi studi d’arte. Il proprietario, animato da un vero spirito mecenatistico e lontano da ogni speculazione meschina, aveva costruito questi spazi dedicati alla pittura e alla scultura.
Nel complesso, Villa Strohl Fern è stata per almeno cinquant’anni un punto di incontro fondamentale per gli intellettuali e gli artisti romani. Attraverso la frequentazione concomitante del caffè Aragno e del pittoresco e remoto villaggio di Anticoli Corrado, hanno contribuito a infondere nuova vita alla scena culturale, non solo a Roma, ma nell’intera regione del Lazio. Questa dimora è stata un vero crogiolo di idee, un luogo in cui la creatività e il fermento intellettuale si sono intrecciati, dando vita a un’autentica rinascita artistica nella regione.
La Villa come centro artistico
Negli affascinanti anni Ottanta, già si riscontrava la presenza di studi d’arte accessibili a prezzi modici per gli artisti, un’oasi che si distingueva nella vivace città di Roma, dove mancava una Künstlerhaus all’immagine di Villa Medici o dell’Accademia di Spagna. Il governo tedesco tentò di acquisire la villa, ma alla fine non ci riuscì. Durante gli ultimi vent’anni del XIX secolo, questa villa ricoprì un ruolo particolare nella scena artistica della capitale, animata da una vita mondana che ruotava intorno a via Margutta, piazza di Spagna, piazza del Popolo e Villa Medici.
Gli artisti stranieri che visitavano Roma nel corso del loro viaggio di formazione, ma anche alcuni italiani come Luigi Serra, vi trovavano una preziosa fonte d’ispirazione che amalgamava la bellezza naturale con il fascino della tradizione artistica. Rainer Maria Rilke, che risiedette a lungo in uno degli studi nel 1904, considerava la villa come un rifugio senza tempo, intriso di un’aura esotica e misteriosa accentuata dal contrasto con il caos circostante della città.
Verso la fine della prima guerra mondiale, la villa divenne un punto di riferimento per i giovani artisti, che erano stimolati dalla possibilità di una vita comunitaria e dallo scambio reciproco di idee negli studi. Si sviluppò una nuova circolazione di idee proprio in quegli anni, in cui emerse la necessità del “ritorno all’ordine”, concetto che troverà espressione nelle pagine di “Valori Plastici”. La villa non attirava solo gli artisti, come Bruno Barilli.
Fin dall’inizio, la Villa Strohl Fern ha attirato l’attenzione di artisti provenienti da ogni parte del mondo. Il suo fascino unico e l’atmosfera creativa che pervade i suoi spazi hanno reso la dimora un luogo ideale per la produzione artistica. Tra i primi artisti stranieri che trovarono ospitalità in questa residenza vi furono Baldomer Gili Roig e molti altri. La presenza di questi talentuosi artisti ha contribuito a trasformare Villa Strohl Fern in un autentico centro d’arte, un luogo di incontro e di scambio di idee tra persone provenienti da diverse discipline artistiche.
Il poliedrico proprietario
Alfred Wilhelm Strohl, nato il 4 maggio 1847 a Sainte-Marie-aux-Mines nel Dipartimento dell’Alto Reno, è stato un mecenate e pittore francese naturalizzato italiano. Quest’uomo eclettico aveva sperimentato una vita avventurosa e poliedrica, dedicandosi alla letteratura, alla musica, alla pittura, alla scultura e alla poesia. Nonostante fosse ancora giovane, con un’età inferiore ai quarant’anni, Strohl aveva già viaggiato per mezzo mondo alla ricerca di se stesso. Tuttavia, quando giunse a Roma, decise di fermarsi e non si mosse più da questa città sino alla sua morte avvenuta nel 1926.
Le spoglie di Alfred Wilhelm Strohl riposano tutt’oggi nel cimitero acattolico presso la Piramide di Caio Cestio, un luogo che testimonia il suo legame indissolubile con la capitale italiana. Conosciuto da tutti gli abitanti della Villa come “Mago Merlino” a causa della sua folta barba bianca, Strohl decise di aggiungere al suo cognome l’aggettivo “fern”, che significa “lontano” in tedesco. Si è sempre ritenuto che in questo modo volesse alludere alla sua lontananza dalla terra natale dopo la vittoria prussiana di Sedan.
Alfred Wilhelm Strohl è stato non solo il proprietario di Villa Strohl Fern, ma anche un animo creativo e appassionato che ha contribuito a dare vita a un luogo di ispirazione e di incontro per artisti provenienti da tutto il mondo. La sua figura di mecenate e la sua passione per le arti hanno alimentato il fervore culturale che ha caratterizzato la villa e il suo circolo di artisti. La sua eredità rimane visibile e palpabile, non solo nelle opere d’arte che ancora adornano gli interni della dimora, ma anche nell’aura di creatività e di ricerca che pervade ancora oggi quei luoghi.
La Storia di Villa Strohl Fern – nel Primo Novecento
Il clima artistico che pervadeva Roma nei primi anni del XX secolo era caratterizzato da una crisi culturale che bruciava come un fuoco incontrollabile, accompagnata da un’agitazione fervente che permeava l’aria stessa. Dopo la grandiosa esposizione del Cinquantenario nel 1911, che aveva scatenato un’ondata di interesse e dibattito in tutta Europa riguardo alla scena artistica della capitale, l’atteggiamento culturale di Roma si era nuovamente ristretto a un approccio conservatore e accademico con le esposizioni degli “Amatori e Cultori“.
Questa situazione generò un profondo senso di malcontento tra gli artisti, i quali, animati da un desiderio ardentissimo di rinnovamento e di evoluzione artistica, cercavano veementemente nuove vie espressive. Ma proprio quando tutto sembrava perdersi in un’ombra di stagnazione, avvenne un evento che segnò una svolta significativa nell’arte romana: la nascita della Secessione nel 1913. Le straordinarie mostre della Secessione portarono a Roma le nuove correnti artistiche che fiorivano in Europa, come il fauvismo e il post-impressionismo.
Per la prima volta, le opere di visionari come Matisse e Cézanne furono esposte e ammirate nella capitale italiana, generando un’effervescenza senza precedenti. Questi eventi contribuirono a creare un ambiente artistico vibrante e dinamico, una sorta di calderone in cui l’arte era destinata a fondersi con la vita stessa della città. Artisti audaci e audaci come Soffici furono tra i primi a introdurre in Italia queste nuove influenze, anche se la loro influenza rimase prevalentemente radicata a Firenze.
Fu proprio in questo periodo che a Roma si sviluppò un nuovo movimento artistico, una sorta di fervida ricerca di rinnovamento che avrebbe cambiato per sempre il volto dell’arte romana. Questo movimento coinvolse principalmente artisti audaci e ribelli come Spadini, Oppo, Pasquarosa, Deiva De Angelis, Trombadori, Bertoletti, Moggioli e molti altri. Abbandonando le convenzioni e i rigidi canoni simbolisti e veristi del passato, questi visionari abbracciarono le nuove influenze fauve e secessioniste con una passione contagiosa.
Ma ciò che rese davvero straordinario questo momento di fervore creativo fu la presenza della Villa Strohl Fern, una dimora maestosa che divenne il cuore pulsante di questa rivoluzione artistica. La villa, insieme ai suoi abitanti, si trasformò in un vero e proprio faro per le giovani generazioni di artisti in cerca di una dimensione alternativa. Grazie alla vita comunitaria che si svolgeva al suo interno e alla costante interazione tra gli studi degli artisti, la villa creò un ambiente artistico straordinariamente ricco e stimolante.
Molti talentuosi artisti esposero le loro opere alle mostre della Secessione, diventando così i pilastri fondamentali di questa straordinaria rinascita artistica nella capitale. La situazione artistica a Roma subì una trasformazione epocale negli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale. In un periodo di grande fertilità creativa, l’arte romana assunse un ruolo centrale nell’indirizzo culturale del paese, stimolando discussioni e generando un profondo interesse per le nuove tendenze artistiche. La Villa Strohl-Fern, con la sua comunità di artisti, divenne un punto focale di questo processo di rinascita.
La villa offriva un rifugio accogliente e allo stesso tempo stimolante, immerso in un contesto naturale di incomparabile bellezza, che alimentava la creatività e favoriva lo scambio di idee. Gli artisti ospitati nella villa, attraverso esposizioni, dibattiti e interazioni reciproche, contribuirono in modo significativo alla trasformazione del panorama culturale di Roma e, in ultima analisi, di tutta l’Italia.
La Villa Strohl-Fern divenne così un vero e proprio simbolo di innovazione e vitalità artistica, un’oasi creativa dove gli artisti potevano lavorare, sperimentare e crescere insieme. La sua influenza andò ben oltre i confini della capitale, permeando la scena artistica e intellettuale di tutto il Paese. Grazie alla sua presenza e alle sue attività culturali, questa residenza contribuì a infondere nuova vita nell’ambiente artistico e intellettuale della città, arricchendo il patrimonio artistico dell’intera nazione in maniera straordinaria.
Gli Artisti e i loro Studi
Nel corso degli anni, Villa Strohl Fern ha accolto numerosi pittori italiani che hanno scelto di stabilire i loro studi all’interno di questa incantevole dimora. Questi artisti, con le loro opere rivoluzionarie e il loro spirito innovativo, hanno dato vita a una vera e propria rinascita artistica nella Roma del Novecento. Tra i più celebri artisti italiani che hanno trovato ispirazione nella Villa Strohl Fern vi sono Cipriano Efisio Oppo, Francesco Trombadori e Amedeo Bocchi. Questi pittori hanno creato opere di grande valore artistico, spaziando tra diverse tecniche e stili.
La Villa Strohl Fern Roma ha svolto un ruolo fondamentale nella vivacità della scena artistica e nella promozione di nuovi talenti. Numerosi artisti di grande talento si sono radunati in questo luogo, contribuendo a creare un fervore culturale senza precedenti nell’ambito dell’arte e della letteratura. Tra i principali artisti che frequentavano Villa Strohl Fern e che hanno contribuito a plasmare il panorama artistico dell’epoca, possiamo citare:
- Marcello Avenali
- Amerigo Bartoli Natinguerra
- Nino Bertoletti
- Alfredo Biagini
- Wanda Biagini
- Amedeo Bocchi
- Oskar Brazda
- Mario Broglio
- Renato Brozzi
- Felice Carena
- Gisberto Ceracchini
- Francesco Coccia
- Nicola D’Antino
- Deiva De Angelis
- Giorgio de Chirico
- Eugenio De Courten
- Francesco Di Cocco
- Ercole Drei
- Riccardo Francalancia
- Lidia Trenin Franchetti
- Lorenzo Guerrini
- Virgilio Guidi
- Tyra Kleen
- Carlo Levi
- Pasquarosa Marcelli
- Arturo Martini
- Melkiorre Melis
- Roberto Melli
- Umberto Moggioli
- Francesco Nagni
- Cipriano Efisio Oppo
- Attilio Selva
- Carlo Socrate
- Aleardo Terzi
- Attilio Torresini
- Francesco Trombadori
L’eredità artistica di Villa Strohl Fern
L’eredità artistica di Villa Strohl Fern a Roma è ancora evidente oggi. La villa è considerata uno dei luoghi più importanti del Novecento artistico, in particolare per la celebre “Scuola Romana”. Questo movimento artistico ha coinvolto artisti provenienti da diverse discipline, tra cui pittura, scultura, musica e letteratura. La presenza di artisti del calibro di Carlo Levi, Renato Brozzi, Ercole Drei, Carlo Socrate, Arturo Martini, Virgilio Guidi, Umberto Moggioli e Alfredo Biagini ha contribuito a definire il panorama artistico romano e italiano, creando opere che ancora oggi suscitano ammirazione e interesse.
La visita a Villa Strohl Fern Roma
Dopo il secondo dopoguerra, il mondo incantato di Villa Strohl Fern vide la sua fine, lasciando spazio al liceo Chateaubriand. Tuttavia, nonostante il passare del tempo, un pezzo di quella magnifica dimora del curioso alsaziano continua a resistere. Oggi, è possibile visitare gli affascinanti resti di Villa Strohl Fern, ma solo su prenotazione e in alcuni giorni del mese. Nonostante la sua trasformazione nel liceo Chateaubriand, Villa Strohl Fern rimane un luogo intriso di storia e di un’atmosfera unica. L’epoca in cui ospitava un vivace circolo di artisti è ormai lontana, ma la sua eredità culturale e artistica perdura.
Nonostante non sia completamente aperta al pubblico, Villa Strohl Fern offre l’opportunità di scoprire la sua bellezza e di immergersi nell’atmosfera artistica di un’epoca passata. In alcune occasioni speciali, è possibile visitare l’ampio spazio verde circostante, che copre un’area di circa 80.000 metri quadrati. Questo permette ai visitatori di godere della splendida natura che circonda la villa, immaginando l’ispirazione che ha nutrito gli artisti che un tempo vivevano e lavoravano qui. Sebbene gli interni non siano attualmente accessibili, lo studio di Francesco Trombadori è aperto ai visitatori, offrendo uno sguardo privilegiato sulla vita e l’opera di uno dei pittori più significativi del periodo.
Conclusione su Villa Strohl Fern
Villa Strohl Fern rimane un simbolo tangibile dell’effervescenza artistica che ha caratterizzato il Novecento a Roma. I suoi interni sono testimoni di incontri, discussioni e creazioni che hanno contribuito a plasmare l’arte e la cultura dell’epoca. Sebbene possa essere visitata solo parzialmente, questa straordinaria dimora rappresenta un richiamo irresistibile per gli amanti dell’arte e della storia. La Villa Strohl Fern è un luogo che incarna il passato e ne trasmette l’essenza a chiunque abbia la fortuna di esplorarla, regalando un’esperienza unica che fa rivivere un’epoca d’oro dell’arte italiana.